La ricerca di un’architettura essenziale, un uso dei materiali attento e sapiente, un dialogo intenso con il Moderno: questi sono i tratti caratteristici con i quali Alberto Campo Baeza vince il concorso del 2004 per la realizzazione di nuovi uffici per la Junta de Castilla y Leòn a Zamora. Il sito del concorso ricade su un’area dal perimetro irregolare, prospiciente la Piazza della Cattedrale e vicina al noto Castello del secolo XI: un punto di notevole interesse ove risiedeva un antico convento. Questo lo spunto per il progetto vincitore, che è costituito da un hortus conclusus racchiuso da un recinto in pietra massiccia che contiene una scatola vetrata. Il recinto, nella sua solidità, genera una netta distinzione fra la caotica dimensione urbana e la rarefatta atmosfera degli spazi di progetto.
Questi due elementi organizzano la composizione che sviluppa l’esperienza, di qualche anno precedente, del BIT center di Mallorca. A Zamora, il muro perimetrale in arenaria locale costituisce un fronte compatto in cui, tramite una serie di scelti e accurati ritagli, è permessa una doppia comunicazione: dall’interno verso il contesto urbano, dall’esterno verso le attività istituzionali. La scatola vetrata è sostenuta da un telaio in cemento armato, costituita da un piano interrato, due livelli fuori terra e un volume aggiuntivo, in sommità, con una sala riunioni e l’accesso alla terrazza panoramica per riallacciare il rapporto con il contesto perso alle quote inferiori.
Una distribuzione lineare permette l’accesso alle stanze di lavoro, disposte secondo una sequenza continua lungo il fronte sud che giunge agli ambienti della parte est, scanditi dal ritmo del passo regolare dei pilastri a cui risponde un nucleo di servizi rivolto alla parte interna dell’edificio. Una particolare tensione spaziale nasce fra la conchiusa irregolarità degli spazi murati a cielo aperto e il controcanto cartesiano della sequenza ritmica degli interni. Il carattere specifico dei pilastri lasciati quasi totalmente a vista produce il riferimento costante della campata quadrata di 5,40 x 5,40 m in cui un sistema di tramezzature genera compartimenti minori di uffici singoli e ambienti maggiori di riunione, biblioteca o archivio. Le altezze di interpiano misurano i 2,80 m del piano a terra e i 2,50 m del primo livello, leggermente ridotti per il volume in sommità.
Il sistema costruttivo è costituito da una muratura in pietra da taglio compatta per il recinto esterno, mentre la scatola vetrata presenta un sistema di chiusura particolarmente efficiente con vetrate sigillate in silicone ad alta tenuta: le sole, leggerissime fughe danno vita ad un vetro idealmente continuo che, in un sistema di muro tipo Trombe-Michel con intercapedine da 90cm e lastre a tutta altezza, conforma una vera e propria “scatola fatta d’aria”. Particolare attenzione è posta nelle indicazioni dei cantonali, in cui un uso attento della pietra d’angolo e della lastra di vetro d’angolo, segnate da una breve epigrafe in latino, rimarca un legame profondo con la tradizione costruttiva e sottolinea un’apertura ideologica verso un rinnovato senso del classico. Il sistema strutturale è costituito da un telaio in cemento armato gettato in opera, secondo una griglia rigorosamente quadrata e dal passo regolare, rifinita con intonaco bianco come vuole la rinomata cifra stilista del Maestro castigliano.