L’Opera House, realizzata per ospitare anche spettacoli di balletto e concerti, sorge sull’area ex portuale della penisola di Bjøzvika nelle vicinanze della Borsa e della Stazione centrale. L’area è destinata a trasformarsi, per la vicinanza al centro della città, in quartiere residenziale- commerciale. La nuova struttura culturale è un elemento generatore del nuovo sviluppo urbano dell’area che, nel prossimo futuro avrà una sua definitiva sistemazione attraverso la realizzazione di un tunnel carrabile che passerà sotto il fiordo con lo scopo di eliminare il traffico di superficie intorno al teatro.
Lo studio di architetti Snøhetta ha avuto l’incarico di costruire il nuovo teatro dell’Opera dopo aver vinto un concorso internazionale di progettazione indetto dal Ministero per gli Affari culturali ed ecclesiastici, con l’obiettivo di realizzare un monumento sul mare; l’opera rappresenta in effetti un gigantesco iceberg che emerge dalle acque. La superficie occupata dal teatro supera i 38.000 metri quadri.
L’edificio ospita tre palchi e 1.100 stanze, tra cui il foyer principale, un grande auditorium da 1350 posti il cui palcoscenico si trova 16 metri sotto il livello del mare (uno dei più tecnologicamente avanzati al mondo), e un piccolo auditorium da 400 posti. L’acustica è perfetta in tutto il teatro. La hall è caratterizzata da decori minimalisti e un grande uso di materiali naturali come la pietra, il vetro e il legno. Vi sono anche numerose aree di ristoro con salottini, bar e ristoranti. In contrasto con la sobrietà della hall, l’auditorium è decorato con legno di quercia del Baltico trattato con ammoniaca. Guardandolo dall’esterno, la caratteristica principale del teatro è sicuramente la copertura inclinata di pietra bianca, che si innalza direttamente dal fiordo di Oslo e permette ai visitatori di fare una breve passeggiata per godersi una vista della città dall’alto.
Prospetto dell’edificio sul fiordo è una grande facciata di pannelli solari che fornisce parte del fabbisogno energetico del teatro. Nell’ottobre 2008 il Teatro dell’Opera ha vinto il Festival internazionale di Architettura per la categoria”cultura”. I membri della giuria Sir Peter Cook, Christoph Ingenhoven e John Walsh hanno giudicato la costruzione un ‘opera architettonica di altissima qualità, che realizza un progetto elaborato con coerenza e chiarezza. In conclusione appare interessante riportare quanto scritto da Michele Costanzo su questa opera. Egli analizzando l’edificio chiarisce i termini del rapporto identitario che si stabilisce tra il progetto ed il paesaggio: “La nuova Opera House di Oslo (…) è una costruzione di notevole interesse per la singolarità dell’obiettivo che si pone, che è quello di cercare un punto d’interconnessione tra l’identità formale del progetto e quella del paesaggio, della natura, del luogo; anche se questo porta, in senso percettivo, a non consentire di stabilire immediatamente un rapporto empatico con la figura architettonica, in quanto non risulta immediatamente identificabile o assimilabile il percorso concettuale che ha portato alla sua configurazione. Questo, in sé non produce un arresto della volontà di avvicinamento alla sua immagine, ma piuttosto un faticoso percorso analitico/riflessivo che genera, nella fase conclusiva, un senso di una riconquista, a livello del tutto mentale (se non sentimentale), dell’essenza figurativa dell’imponente costruzione.”