Il ruolo culturale e simbolico che il teatro è in grado di esercitare nella società contemporanea è molto importante e si esplica nella sua duplice valenza di luogo della finzione scenica e della sua contemporanea concretezza all’interno della città. Tali aspetti possono facilmente riscontrarsi nel teatro Chassé realizzato a Breda tra il 1992 e il 1995 da Herman Hertzberger.
Costruito in prossimità del centro storico, lo Chassé è affiancato da un lato dagli edifici del comune e dall’altro da alcune fabbriche di armi ormai dismesse. Un ampio piazzale, che separa il teatro dalla strada, consente di ammirare questa mirabile architettura che risalta nello skyline grazie alla sua particolare copertura. Il tetto ha infatti una forma sinuosa che abbraccia l’intera costruzione e permette all’edificio stesso di divenire episodio teatrale di grande impatto scenico.
L’edificio è organizzato in un grande auditorium (che può ospitare circa 1200 persone), in una sala più piccola dalla capienza di 500 utenti e in due cinema; tutti questi ambienti possono essere raggiunti da un unico foyer che come una strada attraversa l’edificio e funge da filtro tra spazi interni ed esterni. La volontà di non perimetrare in maniera netta l’ingresso si è tradotta nell’inserimento di slanciate colonne dalle varie tonalità del rosso. Queste caratterizzano l’interno ed enfatizzano la sua forte verticalità denunciandone l’importanza di colonna vertebrale del complesso. L’articolazione dello spazio del foyer è garantito inoltre dall’inserimento di scale e pianerottoli che si dimostrano più di semplici strumenti per raggiungere quote differenti: la loro configurazione e assetto permettono infatti di vivere questi spazi, divenendo veri e propri luoghi di relazione tra i vari utenti.
Il teatro Chassé è famoso per il suo auditorium. Questo ha la particolarità di avere una disposizione asimmetrica delle sedute che risponde a varie esigenze molto care a Hertzberger: non solo motivi acustici ma anche e soprattutto spaziali. La volontà di coinvolgere a livello emozionale lo spettatore così come l’esigenza di garantire una qualità elevata del suono ha fatto sì che questo grande ambiente fosse diviso in tanti settori. Le balconate consentono quindi di articolare lo spazio creando tante suggestive terrazze che attraverso l’impianto di illuminazione vengono ulteriormente enfatizzate. Le altre due sale, sebbene di dimensioni minori, sono state progettate in maniera altrettanto meticolosa: l’esigenza di uno spazio flessibile in base ai vari eventi si è tramutato in un ambiente che può variare continuamente l’area delle sedute, dello spazio scenico e delle attrezzature.
Il riconoscimento del rapporto biunivoco dello spazio con i propri fruitori ha permesso quindi all’architettura di farsi teatro e al teatro di farsi architettura. Nasce perciò un’esperienza che sembra volutamente avvicinarsi al mondo in esso rappresentato, coinvolgendo emotivamente lo spettatore e chiunque fruisca e viva nell’architettura.