Sede dell’Ordine dei Medici

Piero Sartogo, Carlo Fegiz, Domenico Gimigliani

Via Giovanni Battista de Rossi, 9, 00161 Roma, RM, Italia, 1966-1972


Dopo aver effettuato un tirocinio al TAC (studio di architettura americano) con Walter Gropius (Cambridge, Massachusetts 1961-63) e il praticantato, nel 1971 il giovane architetto Piero Sartogo si affacciò sul mondo dell’architettura con il progetto per la realizzazione della nuova Sede dell’Ordine dei Medici a Roma, edificio immediatamente riconosciuto come monumento dell’architettura contemporanea.  La progettazione in studio dell’edificio inizia nel 1966, con la collaborazione degli architetti Carlo Fegiz e Domenico Gimigliano; dove nonostante i vari problemi con la committenza la messa in opera del cantiere inizia nel 1970 e i lavori si concludono nel 1972.
L’edificio è ubicato in via Giovanni Battista de Rossi, quartiere morfologicamente uniforme con un tessuto composto prevalentemente da villini e palazzine del primo Novecento. La scelta progettuale della nuova costruzione rompe il linguaggio architettonico delle preesistenze e crea nuove relazioni visive e spaziali, attraverso le sue superfici e specchiature, andando a creare un labirinto di immagini su ogni suo prospetto. Il basamento cubico si articola in due piani ipogei rispetto al livello stradale creando una cavea aperta data dalle pareti della struttura e quelle della strada, spazio utilizzato come giardino. Esso rappresenta figurativamente il tronco di un albero e per questo è stato usato il cemento armato a vista, per indentificare la robustezza della base e la sua funzionalità.  Di fatto ospita i servizi aperti al pubblico, l’auditorium (500 sedute) e la biblioteca, mentre il piano più basso accoglie i garage, l’archivio e la tipografia; questi spazi si articolano attraverso pieni e vuoti e percorsi delineati da passerelle esterne e interne. Al piano terra è ubicato l’atrio di accesso, da cui si accede dalla strada tramite una passerella libera, che distribuisce al salone dell’albo, ai punti informazione, ai posti di lavoro attrezzati e all’emeroteca; questo corpo è rientrato rispetto alle volumetrie sottostanti, creando un movimento di luce e ombre. La grande sala dell’albo è immediatamente riconoscibile dalle sue vetrate a tutta altezza su due piani che appoggia direttamente sul grande cubo del basamento. A questa è affiancata, al primo piano, la sala riunioni, un elemento totalmente a sbalzo rispetto all’ingresso che delinea il cambio di funzione e l’importanza all’interno della volumetria. Ogni prospetto presenta ampie finestrature che corrono lungo i vari volumi e che delineano gli spazi. Nei due piani superiori si cambia linguaggio stilistico e materico: si sovrappone un nuovo ordine che crea una totale rottura sia con il contesto e sia con il basamento stesso. Questa distinzione è rimarcata da una fascia nera in lastra continua che crea una dualità tra le due scelte linguistiche.  Questi ultimi piani ospitano le funzioni di uffici e spazi amministrativi, quindi indentificando degli spazi privati, non accessibili a tutti rispetto a quelli basamentali, invece adibiti al pubblico; ciò comporta la creazione di spazi diversi, non identificabili dall’esterno nella loro tripartizione. Difatti questi presentano prospetti continui dati dalle finestre a nastro che seguono orizzontalmente la grande linea di separazione della lastra nera; inoltre, le finestre presentano un’inclinazione verso l’esterno delle pareti vetrate con montanti in acciaio. Il progetto ingegneristico per la realizzazione della struttura fu affidato all’ingegnere Antonio Michetti, il quale crea una struttura mista in acciaio e calcestruzzo. Per i piani superiori si usa una struttura in acciaio che permette grandi luci a livello strutturale, mentre dal piano terra si articola una nuova struttura in cemento armato che presenta una maglia più fitta, date le necessità statiche e che permette alla struttura in acciaio di appoggiarsi ad essa senza problemi.

Autore Scheda
Rebeca Elena Munteanu
Revisori
Annalisa Mercuri
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Municipi, sedi civiche

Tags

edifici per uffici, piero sartogo, ROMA 500 Architetture, sartogo architetti

Categoria di intervento

ex novo


Modello tridimensionale
Rebeca Elena Munteanu
Sartogo, il Rinascimento asimmetrico
Fonte
Cronologia

1966 - Progettazione dell'edificio
1970 - Inizio cantiere
1972 - Fine lavori

Figure professionali coinvolte

Arch. Piero Sartogo
Arch. Carlo Fegiz
Arch. Domenico Gimigliano
Ing. Antonio Michetti

Committenza

Ordine dei Medici di Roma

Monografie

(a cura di). Cronache di architettura. a cura di B. Zevi. 852/952 Laterza, 1979.

(a cura di). Spazi dell’architettura moderna. a cura di Bruno Zevi . Einaudi, 1973.

Rossi, P. O.. Roma Guida all’architettura moderna 1909 – 2000. 299 Laterza, 2003.

Articoli in rivista

König, Klaus. La sede dell’ordine dei medici di Roma. In: L’Architettura, rivista int. di architettura. 1973, n. 209, p. 706-725.

Maxwell, Robert. Definition by contrast. In: AR- The Architectural Review, magazine. Londra: 1973, n. 917, p. 35-41.

Sartogo, Piero. Immagine reale e virtuale nell’architettura. In: Casabella. 1973, n. 380/381, p. 19-21.

. La nuova sede dell’ordine dei medici a Roma. In: Domus. Milano: 1973, n. 521, p. 26-32.

Zevi, Bruno (a cura di). Un palazzo per l’Ordine dei Medici. Il terzo round dei camici bianchi. In: L’Espresso. 1971, n. 42, p. 20.

Mezzetti, C.. La nuova sede dell’ordine dei medici a Roma: un’architettura nuova. In: L’Industria delle costruzioni. 1972, n. lug.-ago, .

Moltedo, A., P. La Franca (a cura di). Disegni di Architetture schizzi e studi di opere romane dal dopoguerra agli anni ottanta. In: Mostra Calcografia Nazionale. Roma: Gangemi, 1995, n. Catalogo, p. 98.

Articoli su libro

Oliva, Achille Bonito. In: Architettura del sublime. Electa Mondadori, 2007, .

De Guttry, Irene. In: Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi. De Luca Editori d'Arte, 1978, p. 90..

AA.VV.In: ARCHITETTURA Cinquanta anni di architettura italiana dal 1928 al 1978. Domus, 1979, 28, .