Palazzo di Giustizia

Guglielmo Calderini

Piazza dei Tribunali, 00193 roma, 1888-1911


Il Palazzo di Giustizia, attualmente sede della Corte Suprema di Cassazione, dell’Ordine degli Avvocati di Roma e della Biblioteca Centrale Giuridica, fu costruito tra il 1888 e il 1910 dall’ing. Guglielmo Calderini, vincitore del concorso pubblico. L’edificio fu voluto fortemente dall’allora Ministro della giustizia Giuseppe Zanardelli, con l’intento di radunare sotto un’unica struttura i molteplici uffici giudiziari di Roma. L’edificio è costituito da quattro livelli, ognuno con specifiche e differenti funzioni.

Il piano sotterraneo, da considerarsi come un completamento del pianterreno superiore, è incassato nel terreno per una profondità di 1.5 mt ma gli ambienti interni, con un’altezza di 4.5 mt, garantiscono ugualmente locali asciutti e abitabili. Il piano sotterraneo è stato reso completamente carrozzabile, grazie a quattro ingressi nei fianchi dell’edificio a livello delle strade laterali; è inoltre posto in immediata comunicazione con tutti i principali punti del pianterreno grazie a numerose scale che garantiscono a testimoni e detenuti di raggiungere gli spazi designati senza transitare nei corridoi del piano superiore destinati al pubblico e ai magistrati.

L’accesso al pianterreno è garantito da sei ingressi; l’ingresso principale, verso il Tevere, è costituito da uno scalone, riservato ai pedoni, e due rampe per l’ingresso e l’uscita dei mezzi. L’atrio si presenta grandioso e imponente per garantire un adeguato effetto scenico per le due vicine scale d’onore. Anche per l’accesso posteriore è garantito il transito delle carrozze, attraverso due rampe. Gli altri quattro ingressi laterali, situati sulle testate delle gallerie interne, servono esclusivamente per i magistrati ed impiegati poiché si trovano in prossimità degli uffici. Questo piano contiene gli ambienti destinati alle Corti di Assise, la Pretura urbana, le sezioni del Tribunale Correzionale, l’Ufficio del Registro e il Consiglio dell’ordine degli avvocati.

Al piano nobile sono localizzate le Corti di Cassazione e di Appello, l’aula massima per le assemblee generali, luogo che rappresenta la parte più nobile dell’istituzione, e la Biblioteca delle Corti e del Ministero Pubblico.

Nel secondo piano sono presenti le Sezioni del Tribunale civile con relativa presidenza, la Biblioteca delle Autorità giudiziarie e moltissimi altri ambienti senza destinazione fissa. Il collegamento con il piano sottostante è garantito da sette scale, due più grandi e cinque minori, ed indirettamente anche da altre tre scale d’onore e ascensori posizionati strategicamente nei punti più centrali dell’edificio.

Il prospetto principale verso il Tevere, come il prospetto verso piazza Cavour, è costituito da un corpo centrale su tre livelli, in contrapposizione alle estremità laterali su due livelli; i prospetti laterali dell’edificio, che affacciano su strade non troppo lunghe, sono invece costituiti da soli due piani poiché, dato il punto di vista molto ravvicinato, si sarebbe prodotto un cattivo effetto ottico. La differenza principale tra il prospetto su piazza Cavour e la facciata verso il Tevere è la presenza, in quest’ultima, di un grande ed imponente arcone centrale e di una grandiosa scultura bronzea realizzata da Ettore Ximenes, raffigurante la Fama che guida il carro.

Il palazzo è interamente rivestito in travertino, mentre in realtà la sua struttura portante è in cemento armato, fatto non trascurabile poiché tra i primi esempi in Italia di uso del cemento armato nell’edilizia.

Tuttavia l’impiego incondizionato del pesante travertino, senza il supporto di adeguate indagini sulla consistenza del terreno, determinò sin dai primi anni problemi di instabilità del fabbricato.

Il sovrabbondante repertorio decorativo e la sua laboriosa costruzione, non indenne da sospetti di corruzione (che portarono ad una inchiesta parlamentare) furono all’origine del soprannome popolare Palazzaccio che tuttora contraddistingue questa imponente architettura.

Autore Scheda
Antonio Di Cerbo
Revisori
Alberto Coppo
Paolo Marcoaldi
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Biblioteche, Tribunali

Tags

cemento armato, corte di cassazione, guglielmo calderini, palazzo di giustizia, roma, travertino romano

Categoria di intervento

ex novo


Cronologia

1887: concorso di progettazione
1888: posa della prima pietra
1911: Il palazzo fu inaugurato alla presenza del sovrano Vittorio Emanuele III

Committenza

Regno d'Italia, ministro Zanardelli

Imprese costruttrici

Cottrau-Ricciardi, Belluni e Basevi,

Budget dell'opera

20 milioni di lire

Monografie

PISANI, Mario (a cura di). La Corte di Cassazione. I progetti e l'architettura del capolavoro di Giuseppe Zanardelli e Guglielmo Calderini. Roma: Gangemi, 2009.

MARCONI, Carolina. I tesori nascosti della Corte di Cassazione. Fotografie e disegni del Palazzo di Giustizia di Roma. Roma: Gangemi, 2007.

MANODORI SAGREDO, Alberto. La Corte di Cassazione: le opere d'arte del Palazzo di Giustizia di Roma. Roma: Gangemi, 2007.

AA.VV., X. Il Palazzo di Giustizia di Roma. Roma: Gangemi, 1998.