Palazzo dell’INAIL

Armando Brasini

Via Quattro Novembre, 144, Roma, RM, Italia, 1929-1934


Per quanto Brasini sia un’importante presenza creativa dell’architettura italiana del Novecento, il suo profilo e il suo lessico culturale sembrano essere stati volutamente allontanati dalla storiografia dell’arte fatta eccezione per alcune pagine, come quelle di Robert Venturi nel suo famoso libro Complexity and Contradiction in Architecture. Brasini è stato dimenticato due volte. La prima, negli anni Trenta, per il suo linguaggio architettonico antitetico allo stile littorio: la sua architettura magniloquente, ereditata dalla tradizione classica romana e barocca, sembra inizialmente aderire alla visione dell’Italia Imperiale del Duce che gli garantisce subito una posizione privilegiata nel panorama fascista e che, però, perderà con l’affermarsi del movimento moderno in Italia. La storia intorno al palazzo dell’INAIL è proprio una testimonianza di tale passaggio. La seconda volta, dimenticato dopo il regime fascista dove l’ammirazione per Mussolini, le convinzioni ideologiche e politiche e le sue amicizie con i gerarchi fascisti sembra abitino ancora le sue opere.

Nato a Roma nel 1879, Armando Brasini si forma accanto alla figura di Raffaello Ojetti, all’epoca direttore del Museo Artistico Industriale in via Conte Verde. Nel 1902, appena ventenne, vince due medaglie d’oro all’Esposizione d’arte decorativa a Torino e, successivamente, riceve una serie di incarichi a Roma come decoratore: l’incarico per la chiesa di Santa Teresa nel quartiere Pinciano, quello per Villa Anzani in via Nomentana, per l’Hotel Excelsior in via Veneto e nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli a Piazza del Popolo dove si occupa anche di alcuni interventi di restauro. Nel 1909 partecipa al concorso per l’ingresso monumentale al Giardino Zoologico di Roma, che vince, e con Marcello Piacentini alla sistemazione di Piazza Navona. Elabora nel 1915 il progetto per la sistemazione dei Borghi di San Pietro, illustrato nel libro L’urbe Massima e l’architettura di Armando Brasini di Paolo Orano e pubblicato nel 1917, e, negli anni del primo conflitto mondiale, costruisce campi d’aviazione, caserme, monumenti e cimiteri militari. Oltre alle sue opere d’oltremare in Libia e in Albania, nel 1925 progetta il padiglione italiano per l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Industriali a Parigi.

Tra le altre opere importanti del Brasini degli anni Venti e Trenta: l’accademia Aereonautica e il palazzo dell’Istituto Fascista della Previdenza Sociale a Napoli; il palazzo del Podestà a Foggia; il palazzo del Governo a Taranto; Villa Flaminia, Villa Augusta e Villa Manzoni, il Buon Pastore, la Basilica del Cuore Immacolato di Maria Santissima, il ponte Flaminio e il palazzo dell’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) a Roma.

Il palazzo dell’INAIL si colloca su via IV Novembre, tra il Quirinale e il Campidoglio. La porzione di terreno su cui sorge era precedentemente occupata dal Teatro Drammatico Nazionale di Francesco Azzurri edificato nel 1886 per iniziativa di Eugenio Tibaldi. Fin dall’apertura, il teatro è criticato negativamente: oggetto di discussione tra i giornali locali, era ritenuto scomodo al pubblico a causa della soprelevazione della sala rispetto all’ingresso. La demolizione avviene nel 1929 e il periodo che segue fino al compimento del progetto di Brasini è non poco complesso, a causa di diverse vicende pubbliche e private e politiche e finanziarie che ne ritardano i lavori.

Due sono le parti coinvolte nella compravendita del Teatro Drammatico Nazionale e interessate al nuovo progetto: l’Unione Cinematografica Italiana (UCI), proprietaria del teatro e quindi del lotto, e la Società Romana Immobiliare (SRI), decisa a costruire la nuova sede romana degli “Uffici per le Società esercenti i servizi pubblici della Elettricità, Gas, Acqua, Telefono e Società minori”. Nell’agosto del 1926, vengono spedite due lettere d’incarico per il nuovo edificio: una all’architetto Armando Brasini a cui è affidata la parte architettonica e l’altra all’ingegnere Guido Zevi, padre di Bruno Zevi, a cui è affidata la parte tecnica e costruttiva: la committenza concede 30 giorni per l’elaborazione del progetto che dovrà essere valutato per l’approvazione e la concessione della licenza di costruzione dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Direzione Generale delle Belle Arti. Il 2 dicembre del 1926 i disegni di Brasini sono inviati alle rispettive sedi: il palazzo appare come una continuazione armonica del ninfeo di villa Colonna e una magniloquente quinta scenografica per la città. Brasini propone un avancorpo incurvato d’ingresso che arretra rispetto a via Quattro Novembre e si conclude con una balconata dove immagina una sorta di giardino pensile. Dietro, un palazzo monumentale risulta svincolato dall’ingresso e si innalza progressivamente dal basamento. Nell’ottobre del 1928 viene concessa l’approvazione definitiva e il permesso di costruire. Pochi giorni dopo l’acquisto del teatro da parte della SRI, nel febbraio del 1929, l’impresa Garbarino Sciaccaluga inizia i lavori demolizione e li completa nel luglio dello stesso anno. A settembre, sul quotidiano La Tribuna compare l’articolo “Una proposta per rettificare l’ultimo tratto di via Nazionale” che avvia una vivace polemica di stampa. È infatti illustrato un progetto che il proseguimento di via Cesare Battisti fino a via Nazionale e l’unico impedimento per la realizzazione del nuovo asse viario capitolino di pubblico interesse era proprio il Teatro Drammatico Nazionale, oramai demolito. La discussione si accende, Mussolini non può ignorare tale dibattito e decide di intervenire sospendendo i lavori che, però, riprendono poco dopo poiché la mancata costruzione dell’opera implicherebbe un consistente rimborso e risarcimento danni alle imprese. Altre sospensioni e sentenze seguono tutto il periodo dei lavori di esecuzione.

Durante il primo periodo di realizzazione del Palazzo INAIL, Mussolini definì Brasini “l’unico architetto degno di poter mettere le mani sul centro di Roma”. Il 18 marzo 1932 viene discussa in Senato la conversione in legge dei due decreti per il nuovo Piano Regolare di Roma. Mussolini, presa parola alla chiusura del dibattito, cerca di distogliere l’attenzione dalle delicate implicazioni del piano per condurla verso altri “errori edilizi”.  Interpretando le reazioni diffuse nel clima culturale, il Duce definisce il Palazzo di via Quattro Novembre un infortunio capitato proprio all’Istituto creato per evitare gli infortuni. Si ricorda che il progetto, tra prima e seconda revisione, viene discusso in ben quattro sedute e approvato da autorevoli esponenti, tra cui Antonio Muñoz e Gustavo Giovannoni.

Ad aprile il palazzo si approssima al compimento e nel dicembre dello stesso anno si registra la sua prima utilizzazione come sede della prima Biennale Internazionale d’Arte Fotografica. Poco dopo, Mussolini decide di attribuire all’edificio una nuova identità. Nel febbraio del 1933 vengono stipulati degli accordi tra l’Istituto e il Circolo dell’Aviazione per apportare delle modifiche murarie nel primo e nel secondo piano, necessarie alla nuova funzionalità interna del palazzo. I lavori vengono affidati a una nuova coppia di progettisti-aviatori: l’architetto Giuseppe Gatti Casazza e il colonnello pilota Ottorino Vespignani. Il 6 giugno 1934 il cantiere viene ufficialmente consegnato dall’impresa all’Istituto.

Con il palazzo INAIL Brasini sperimenta il suo raffinato lessico tradizionale. A partire dalla base concava e asimmetrica, l’architetto proporziona una prima coppia di colonne di ordine gigante affiancate da paraste e una serie di quattro colonne, sempre di ordine gigante, sulla quinta retrostante che emerge trionfale: le grandi arcate racchiudono la parete muraria dove una serie di timpani spezzati incorniciano le finestre che si aprono su via IV Novembre. Il dialogo tra l’avancorpo e la facciata retrostante sembra però scomporsi a causa di uno slittamento orizzontale che separa le due parti. L’unitarietà del palazzo viene così compromessa, quasi come un errore. La scomposizione plastica dell’edifico in progressione verticale conferisce un senso di leggerezza alla massa. Osservando il palazzo, una torre svetta sul lato di villa Colonna. Il grande portone d’ingresso accoglie il visitatore e lo accompagna al cortile quadrato interno: a metà strada, sul lato destro, una serie di grandini si stringono e salgono verso la monumentale scala elicoidale.

Nel 2000, si svolgono alcuni interventi di restauro al palazzo da parte della Consulenza Tecnica per l’Edilizia Centrale e la gestione del patrimonio immobiliare dell’Istituto. I lavori più importanti sono il ridisegno del cosiddetto parlamentino, una sala posta al primo piano, e il ridisegno di alcuni interni. Sono stati realizzati dei controsoffitti a volta nei corridoi come nel disegno originario dell’edificio e recuperati i soffitti negli ambienti, le porte, gli infissi delle finestre, diverse pavimentazioni e alcuni elementi di decoro.

Autore Scheda
Lorenzo Casavecchia
Revisori
Lorenzo Casavecchia
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Centri servizi polifunzionali

Tags

armando brasini, INAIL, roma

Categoria di intervento

ex novo


Vignetta satirica pubblicata su il travaso delle idee, 17 aprile 1932
Fonte
Cronologia

_Ottobre 1928: approvazione definitiva e permesso di costruire
_Febbraio 1929: inizio demolizione Teatro Drammatico Nazionale
_Luglio 1929: fine demolizione e inizio lavori
_Febbraio 1933: accordi tra INAIL e Circolo dell'Aviazione
_ Luglio 1934: fine dei lavori

Figure professionali coinvolte

Armando Brasini
Guido Zevi
Giuseppe Gatti Casazza
Ottorino Vespignani

Committenza

Società Romana Immobiliare (SRI)

Imprese costruttrici

Garbarino, Sciaccaluga e Mezzacane

Budget dell'opera

_L'UCI e l'SRI raggiungono un accordo e il 25 agosto per la compravendita del Teatro Nazionale. Il prezzo di acquisto pattuito è di 3.375.000 Lire che la SRI versa interamente all’atto del compromesso.
_La somma saldata all’impresa Garbarino, Sciaccalunga e Mezzacane sarà di 12.376.796 lire, ammontando a 3.876.796 lire i costi delle varianti, anche quelle necessarie per insediare la Casa dell’Aviatore.

Monografie

Pisani, Mario. Architetture di Armando Brasini. Officina Edizioni, 1995.