Palazzo dei Congressi

Adalberto Libera

Piazza J.F. Kennedy, 1, 00144, Roma, Italia, 1938-1954


L’edificio progettato da Adalberto Libera, i cui lavori cominciarono nel 1939 e furono ultimati solo nel 1954, può essere compreso solo se letto all’interno di un progetto urbano ben più ampio: quello riguardante il quartiere Eur (acronimo di Esposizione Universale di Roma). Progettato negli anni ’30 in previsione di un’Esposizione Universale mai svoltasi, l’E42 è la sintesi della Roma di Mussolini, la capitale di un paese nel quale passato, presente e futuro sono connessi in maniera tangibile; in effetti il futuro EUR, che al termine delle manifestazioni sarebbe dovuto divenire un moderno quartiere modello, si trasformò, con il suo impianto viario ad assi ortogonali che culminano in edifici monumentali in marmo bianco e travertino, da semplice esposizione in un nuovo complesso monumentale della Roma fascista.

Il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi si colloca al termine di Viale della Civiltà del Lavoro, uno dei tre assi trasversali che incrociano ortogonalmente la Via Imperiale (l’attuale via Cristoforo Colombo) ed è in posizione antinodale rispetto ad un altro grande capolavoro dell’architettura razionalista, il Palazzo della Civiltà Italiana. Proprio l’asse viario sul quale si innesta l’edificio coincide di fatto con l’asse di percorribilità e la linea di specularità: le caratteristiche principali dell’edificio sono infatti la simmetria e la riconducibilità ad un modulo di 5×5 m. La struttura del palazzo è interamente in cemento armato, anche se sapientemente mascherata dal rivestimento murale in travertino, che conferisce all’opera quel carattere di monumentalità richiesta dalle direttive fasciste.

Come si è detto, il progetto è basato su una chiara modularità ed è costituito sostanzialmente da tre corpi:

– Il basamento, un parallelepipedo di 75×135 m in pianta e 15m in altezza, che comprende il fronte colonnato principale, aperto verso l’attuale piazza Kennedy, il fronte secondario (su Piazzale Arte) che è costituito da un’ampia vetrata arretrata (alta 10 e larga 65 m) sorretta su pilastrini metallici fusiformi, e i volumi di servizio.

– Il salone della Cultura o Sala dei Ricevimenti, un cubo di 45 m per lato che emerge per 27 m dal basamento. I corpi scala e i ballatoi sono adiacenti alle pareti interne e questo definisce all’interno del cubo un volume libero. Questo spazio, che di fatto costituisce l’elemento principale dell’intera composizione, presenta una copertura a volta a crociera ribassata le cui nervature sono costituite da 2 travi metalliche Vierendeel ad arco, incrociate a 90° e disposte lungo le diagonali del quadrato di base del corpo di fabbrica.

– La Sala dei congressi, ristrutturata dall’Arch. Paolo Portoghesi e oggi denominata Auditorium Capitalis, è posta sul retro dell’edificio, verso Piazzale Arte. Lo spazio interno è scandito dalla successione di 13 telai in cemento armato ( con una luce di 28m) che sorreggono una soletta di cemento armato. Al secondo piano in corrispondenza dell’auditorium, trovano spazio le gradinate del teatro all’aperto.

Autore Scheda
remisatoa
Revisori
Fabio Balducci
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Centri congressi

Tags

adalberto libera, e42, eur, fascismo, paolo portoghesi

Categoria di intervento

Identificazione di un maestro: una ricorrenza per Adalberto Libera
Fonte
I disegni del Centre Pompidou e dell’Archivio Centrale dello Stato
Fonte
Monografie

Rossi, Piero Ostilio. Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011. Roma: Laterza, 2012, ISBN 9788842099178.

Rivalta, Luca. Il palazzo delle poste all'Aventino di Roma - Adalberto Libera, Mario De Renzi. Firenze: Alinea Editrice, 2000, ISBN 9788881254194.

GAROFALO, Francesco, Luca VERESANI. Adalberto Libera. Bologna: Zanichelli, 1989, ISBN 9788808152268.

QUILICI, Vieri. Adalberto Libera: l'architettura come ideale. Roma: Officina Edizioni, 1981.