È l’edificio assunto spesso a simbolo del volgere dell’architettura romana agli stilemi del moderno. Dietro la sua apparente semplicità, il piccolo edificio cubico nasconde una grande sapienza compositiva che gli deriva dall’applicazione delle regole di proporzionamento classiche, ma nello stesso tempo una sua attenta lettura ne svela le complessità e le contraddizioni tipiche del fare moderno, date dalla pianta asimmetrica e dalla particolare distribuzione.
La facciata principale è compatta, articolata da pochi elementi disposti ai due lati di un vuoto centrale costituito dall’ingresso sormontato dalla loggia con le colonne stilizzate e concluso in alto da un basso timpano. La composizione simmetrica del prospetto è manifestata anche non evidenziando la scala che porta all’alloggio superiore. Sul retro troviamo finestre d’angolo, balconi a sbalzo e ringhiere razionaliste, elementi tipici del fare di un’epoca proiettata verso il futuro e rivelatori di una tecnologia in evoluzione.
Nel lotto sperimentale pur persistendo per motivi economici la struttura portante in muratura, i solai furono realizzati in ferro o cemento armato e laterizio, consentendo così di alleggerire i prospetti dai limiti anche formali esistenti in epoche precedenti.
Scheda disponibile dal:15.Ott.2014QUESTA PAGINA E' STATA MODIFICATA 2 VOLTEULTIMA MODIFICA 29/12/2015
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Originale
Residenze plurifamiliari
BONAVITA, Antonella, Piero FUMO, Maria Paola PAGLIARI. Guida all'architettura moderna della Garbatella. Il Moderno attraverso Roma. Roma: Palombi editori, 2010.
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