Ingresso Monumentale

Arnaldo Foschini

Piazzale Aldo Moro, Roma, RM, Italia, 1932-1935


Tra le collaborazioni che l’architetto Arnaldo Foschini ebbe con Marcello Piacentini nella prima metà del secolo scorso, è da annoverare la progettazione dell’ingresso monumentale della Sapienza, inaugurato il 31 ottobre del 1935.

La volontà di inserire un elemento destinato a sottolineare l’accesso principale all’architettura della Città Universitaria, era già emersa nella prima proposta progettuale, presentata da una commissione incaricata nel 1931, prima che l’opera venisse commissionata a Piacentini.

Nella sua nuova conformazione, Piacentini mantenne e rafforzò l’idea del portale d’ingresso, a cui si affidava il compito di indirizzare lo sguardo verso il rettorato, principale edificio di ogni Campus Universitario e, nella fattispecie, centro della Città Universitaria romana. L’intento piacentiniano era quello di traguardare, soffermando lo sguardo sull’imponente porticato, prima la statua bronzea di Minerva e dopo il fondale della gradinata del Rettorato, rendendo così l’ingresso sia cono ottico prospettico che diaframma tra spazio interno e spazio esterno.

Lo sviluppo parallelo del progetto per i Propilei, rispetto a quello per il Rettorato, fu determinante per la definizione del volume finale. La revisione economica del programma, i cui fondi erano stati già sforati nella prima versione del luglio 1933, costrinse alla rivalutazione di tale soluzione al fine di realizzare solamente gli spazi necessari e di rimandare a successivi ampliamenti le cubature mancanti.

Primo elemento a cui si rinunciò fu la torre bibliotecaria del rettorato, utile più alla composizione che all’effettiva richiesta funzionale. Se da una parte, però, la scelta di dimezzare l’altezza del fondale risultò la più immediata, dall’altra comportò la ridefinizione degli equilibri del portico d’ingresso, studiato appositamente per inquadrare, attraverso l’apertura centrale, il corpo emergente della biblioteca. Venuta meno la torre, venne introdotto un escamotage compositivo per ricalibrare l’inquadratura esattamente sul pronao: una passerella posta ad un terzo dell’altezza del fornice centrale funzionale anche al collegamento tra gli edifici laterali.  Furono apportate altre scremature allo stesso ingresso, tra cui: la limitazione della veste lapidea ai soli elementi trilitici tramite la sostituzione del rivestimento del resto della facciata con il laterizio e l’eliminazione dei corpi più bassi laterali.

È visibile come, nella versione finale, sei coppie di pilastri rivestite in travertino compongano l’alto porticato attraverso il quale si ha accesso al viale principale. A completare il sistema trilitico, un lungo elemento lineare lapideo assume la funzione dedicatoria della facciata. Un’epigrafe in latino, in carattere bastoni, insieme alla combinazione del simbolo fascista e di quello sabaudo, rendevano onore a Mussolini e alla nuova opera realizzata. Alle estremità del portale, due corpi laterali rivestiti in laterizio completano la geometria della figura connettendo matericamente l’ingresso ai due massicci edifici di Igiene e di Ortopedia adiacenti e collegati ulteriormente da una pensilina posta ad un terzo dell’altezza dei pilastri.

Da un punto di vista compositivo, la maggiore differenza tra la versione finale e le due precedenti riguarda il porticato. Nella prima versione, presentata da Foschini, vi erano cinque fornici ricavati dalla sequenza di quattro archi, disposti perpendicolarmente rispetto al fronte principale e due aperture rettangolari più basse ottenute dai corpi laterali. Già nella versione successiva, le aperture vennero portate alla stessa altezza per definire un diaframma unitario, mentre un rimando ai piedritti degli archi è riconoscibile nella soluzione adottata attraverso l’inserimento di coppie di pilastri.

Dopo il 1953, probabilmente in parallelo con lo smantellamento degli affreschi dell’aula magna ad opera di Sironi, l’epigrafe originaria venne sostituita da quella attuale incisa, riportante la data del trasferimento dell’università nella nuova sede. Anche i simboli furono eliminati e, al loro posto, vennero incisi quelli della Sapienza.

Ad oggi, raggiungere la città universitaria provenendo da piazzale Aldo Moro, restituisce la sobria monumentalità dell’opera di Foschini, che interpreta fedelmente le intenzioni del direttore artistico Piacentini, sebbene la presenza di un filare alberato destinato ai parcheggi delle auto, centrale rispetto al viale di accesso, non consenta di apprezzare la tanto ricercata visuale prospettica.

Autore Scheda
Elda Arcieri
Revisori
Elda Arcieri
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Università e campus

Tags

Categoria di intervento

ex novo