Il complesso parrocchiale dedicato a San Giovanni Battista fu progettato dall’architetto romano Gustavo Giovannoni agli inizi degli anni ’30 del Novecento, in sostituzione delle due chiese preesistenti di San Lorenzo Martire (ubicata nei pressi delle Terme Romane, in riva al mare, lungo l’attuale Via Abate Tosti) e di San Giovanni Battista, edificata successivamente a partire dal 1566 che fiancheggiava a destra la Chiesa di San Lorenzo. Le due chiese originarie erano infatti contigue ma separate da un muro demolito nel corso dell’Ottocento, dando così vita ad un’unica chiesa con due navate.
La crescita demografica e l’aumento del numero di fedeli comportarono la necessità di un nuovo complesso parrocchiale e pertanto venne individuata a riguardo un’area più arretrata rispetto al sito originario, donata dall’Avv. Giuseppe Rubino. Così nel 1933, l’architetto Gustavo Giovannoni ne assumeva, a titolo gratuito, l’incarico per la progettazione. La chiesa venne ideata con pianta a croce latina, con cupola ed avancorpo caratterizzato da un’ampia serliana. L’impostazione architettonica classica della Chiesa si ricollega bene col pensiero razionalista del progettista così dallo stesso espresso: “…il mio pensiero: bando alle mode effimere […] e ricerca di un razionalismo costruttivo, senza che questa ricerca ci faccia rompere i ponti con il passato ed interrompa il filo di una mirabile tradizione continua per la quale ancora in parte l’Italia domina il mondo. […] L’architetto deve essere anzitutto un costruttore e dalla struttura profondamente intesa devono derivare le forme: fare l’inverso con l’immaginare la composizione astratta, il prospetto vuoto […] è procedimento irrazionale, da cui il giovane non riuscirà mai più a guarire.”
La costruzione della chiesa, inoltre, s’inserisce in un contesto più ampio del Risanamento del quartiere di Maiorino attraverso un’accurata opera di diradamento del tessuto edilizio storico. Giovannoni, che lavorava contestualmente al PRG di Formia insieme all’ingegnere Remo Lorenzani già dal 1928, aveva previsto una nuova arteria stradale lungo cui si sarebbe dovuta collocare un’ampia piazza che accoglieva la nuova chiesa di San Giovanni. In asse,poi , pose un breve rettilineo che metteva in relazione visiva la Torre di Mola (icona della città di Formia) con la nuova chiesa, divenendo essa così il vero e proprio fulcro dell’impianto urbanistico.
I lavori iniziarono nel maggio del 1936 ma vi furono problemi economici ed alcune controversie con la proprietà dell’area. Successivamente gli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale bloccarono il cantiere nel quale si erano solamente gettate le fondamenta. La costruzione riprese solo nel 1948 con un primo contributo dello Stato di 12 milioni con affidamento dei lavori all’impresa Schiavio di Roma. Nel 1947 l’architetto Giovannoni morì e il suo progetto non venne portato a termine in quanto ritenuto troppo costoso. Nel 1948 venne approvata dalla Pontificia Commissione di Arte Sacra la nuova soluzione progettuale dell’architetto Giuseppe Zander. Quest’ultimo, con la consulenza dell’architetto Marcello Piacentini, presentò una rielaborazione del progetto di Giovannoni del 1941-1942. Nel 1951 i lavori terminarono ma solo il 23 Giugno del 1967 venne consacrata la nuova chiesa dedicata esclusivamente a San Giovanni Battista.
La pianta è a navata unica coperta da una volta a botte che poggia su arcate a tutto sesto trasversali sorrette da pilastri. In fondo alla navata centrale è presente l’abside semicircolare occupato dal presbiterio, rialzato tramite alcuni gradini rispetto al resto della chiesa.
Di seguito si riportano alcune misure significative della chiesa:
Lunghezza totale: 52,97 m
Lunghezza della navata: 30,60 m
Larghezza della navata: 18,90 m
Larghezza dell’avancorpo: 15,50 m
Raggio dell’abside: 5,20 m