Nuova Facoltà di Economia e Commercio

Gaetano Minnucci

Via del Castro Laurenziano, 9, Roma, RM, Italia, 1961-1968


Il progetto per la Nuova Facoltà di Economia e Commercio della Sapienza Università di Roma viene elaborato da Gaetano Minnucci e dal suo collaboratore e allievo Giuseppe Cigni tra il 1961 e il 1968.

La necessità di spostare ed ampliare la vecchia Facoltà di Economia, allora situata nel palazzetto di Piazza Borghese, è occasione per Minnucci di dimostrare la maturità acquisita negli anni tramite la pratica professionale e una costante attività di ricerca, soprattutto in ambito di tecnologia edilizia. Difatti, quello su via del Castro Laurenziano rappresenta l’ultimo edificio che Minnucci progetta per la Città Universitaria, dopo la sede del Dopolavoro universitario (1932-35) e la Caserma della Legione universitaria (1934).

Il complesso è composto principalmente da tre blocchi: il primo comprende l’ingresso e la presidenza, il secondo le grandi aule ed il terzo gli istituti. I blocchi, messi in comunicazione, funzionano come una lunga piazza coperta dalla forma allungata che segna l’asse principale dell’edificio.

Dalla scalinata obliqua di via del Castro Laurenziano si accede all’ingresso coperto dal primo blocco. Definiscono questo spazio, da un lato il basamento in pietra, dall’altro due setti rastremati che sorreggono l’intero edificio. All’interno del blocco basamentale è collocata la portineria e il corpo scala, che conduce al piano superiore dove trovano spazio gli uffici e la presidenza.

La compressione dell’ingresso coperto, ottenuta attraverso l’abbassamento dell’altezza interna, amplifica l’effetto di monumentalità che si percepisce non appena si entra nel secondo blocco e nell’atrio di ingresso. Qui una bucatura nel solaio dalla forma irregolare mette in comunicazione il piano terra con quello superiore e lascia intravedere la copertura caratterizzata dalle bucature ad oblò, supportata da una struttura in cemento armato. La grande vetrata sul lato sud permette di osservare l’esterno dell’aula più caratteristica dell’edificio: l’aula gradonata Ezio Tarantelli, anche soprannominata Sala Acquario, raggiungibile tramite due rampe di scale che corrono parallele alla sala stessa, mostrandosi in facciata come due volumi indipendenti. La forma della sala, a conchiglia, slanciata verso l’esterno è in contrasto con la sua direzionalità principale, proiettata all’interno. Inoltre, tale dialettica viene rafforzata dalla chiusura del lato corto superiore rivolto verso la città. Sul lato nord si colloca la scala che conduce al primo piano e che separa una seconda e una terza aula, orientate in maniera opposta rispetto all’aula Tarantelli. La quinta prospettica dell’atrio d’ingresso viene completata da una scala curvilinea, anch’essa collegata al primo piano, e una sequenza di quattro pilastri rivestiti in alluminio dei quali uno ancora oggi visibile mentre gli altri nascosti dietro un blocco di servizi aggiunto.

Il terzo blocco, saldato al secondo tramite una scala che raccorda il dislivello, si articola in un corridoio dal quale in senso centrifugo si diramano tre volumi rettangolari (la biblioteca centrale e due aule), che danno vita ad un impianto cruciforme.

L’edificio dimostra una particolare cura nel progetto degli interni. Dall’ingresso principale si possono percorrere scale che, piegandosi, raccordano i vari piani e i dislivelli presenti. Gli effetti di compressione e dilatazione dello spazio si susseguono durante l’attraversamento dell’edificio. Il disegno dei prospetti interni dimostra l’abilità dell’autore nella scelta di accostamenti insoliti dei materiali: gli ingressi alle aule sono segnati da lastre di marmo scuro che, oltre ad incorniciare infissi in legno dettagliatamente progettati, dialogano con il soffitto in cemento armato a vista. Il colore del pavimento in granito cambia per segnare le scale o il perimetro della grande bucatura nel solaio ed evidenzia la superficie da cui si ergono i grandi pilastri rivestiti in lamina d’alluminio scanalata.

Il prospetto principale su via del Castro Laurenziano si sviluppa su tre livelli differenti, ciascuno composto da una fascia di rivestimento in pietra rossa e serramenti in alluminio, e ritmato da un ordine gigante di montanti rivestiti in acciaio, che inquadra le bucature in fasce verticali. I prospetti secondari sono definiti da una rigida maglia ortogonale, composta dai pilastri e da fasce marcapiano, che inquadra gli infissi e il rivestimento in mattoni.

Autore Scheda
Edoardo Menon
Revisori
ArchiDiAP
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Università e campus

Tags

Categoria di intervento

ex novo


Figure professionali coinvolte

Gaetano Minnucci (architetto)
Giuseppe Cigni (architetto collaboratore)

Committenza

Sapienza Università di Roma

Monografie

AA.VV.. Gaetano Minnucci (1896-1980). Roma: Gangemi editore, 1984.

Articoli in rivista

Mannarini, Aldo. Una moderna facoltà. In: Studium Urbis: rassegna dell'Università di Roma. Roma: 1970, n. 1, 1 .

Bellucci , Giovanni. Gaetano Minnucci a la Città Universitaria di Roma. Una storia lunga trent'anni. In: Palladio. Rivista di storia dell'archtiettura e restauro. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2017, n. 59-60, Gennaio-Dicembre .