La riqualificazione di Piazza Montecitorio affronta un tema fondamentale nella disciplina del progetto urbano oggi, lo spazio pubblico. La difficoltà del progetto stava nel riuscire a fondere insieme un luogo della città storica e barocca con gli usi della città contemporanea. E’ proprio su questo che si concentra l’attenzione del progettista Franco Zagari e del suo team che stabiliscono dei principi guida su cui sviluppare il progetto: la pedonalizzazione, lo svuotamento dagli arredi impropri, il restauro della pavimentazione, la bonifica dei sottoservizi e l’adeguamento dell’illuminazione.
La Piazza riveste un ruolo centrale, ponendosi come simbolo di apertura verso una società civile, poiché lungo il lato nord ospita Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. Proprio quest’ultima, per portare avanti un progetto di tutela del patrimonio artistico e architettonico dell’urbe propose, nel 1996, la riqualificazione della piazza che fu terminata nel 1998.
L’idea di partenza è stata quella di ricostituire l’originaria topografia a “coda di pavone”, analoga a quella messa a punto da Carlo Fontana, al fine di garantire uno slancio ascensionale di 4 metri che dal fondo della retropiazza giungesse all’ingresso del palazzo, ponendo l’attenzione su di esso e sugli edifici circostanti. Ciò è stato possibile anche grazie all’intervento di pulitura e ricomposizione della pavimentazione policroma in sanpietrini che nella composizione rimanda a forme semicircolari tagliate perpendicolarmente da una “guida” rettilinea. Lo spazio risulta plasmato e ridotto all’essenziale, caratteristica evidente anche dell’arredo urbano selezionato per arricchire in modo minimale il “vuoto”: colonnine, catene-antiauto, chiodi stradali a stella, tutto rigorosamente in titanio; la scelta di questo ultimo è stata suggerita dalla ricerca di un materiale eccezionale per la resistenza e durata, quanto per la bellezza della finitura, simile a quella del piombo. Essenziale è l’adeguamento dell’illuminazione, non più a terra, bensì sostituita da lampade con corpi in linea con gli elementi circostanti caratterizzate da una luce bianca quasi incandescente. Infine è bene soffermarsi sulla riutilizzazione dell’obelisco, in origine sito nel Campo Marzio, posto in Piazza Montecitorio solo nel 1789 con funzione di sofisticata misura del tempo e meridiana del mezzogiorno. Queste ultime risultano essere più evidenti grazie all’attento studio di Franco Zagari che ha posto una guida a terra che evidenzia il passaggio del sole, quando per pochi attimi attraversa un foro dello sferoide in cima all’obelisco e buca l’ombra al suolo.
Lo spazio vuoto di questa piazza è stato animato da poche essenziali componenti indispensabili a far riconoscere oggi l’identità del luogo ai cittadini di tutto il mondo.