Il progetto per il Bosco di Carpenedo ha reso fruibile un’area naturalistica di 13 ha nel cuore di Mestre ed è l’esito di un iter urbanistico atto a dotare la città di un grande bosco formato da più aree, idea nata nel 1984 e poi accolta nel Prg. L’intervento è quindi parte di un progetto urbanistico più ampio, atto a ripristinare l’ambiente boschivo della pianura padana, secondo un’esperienza originale di progettazione che coniuga esigenze di salvaguardia ambientale con la dotazione di parchi urbani dal linguaggio contemporaneo.
Il Bosco di Carpenedo non è uno spazio pubblico ad uso ricreativo, ma un ambito di valore ecologico e storico ambientale, il cui accesso è regolamentato per non compromettere i fragili equilibri del suo ecosistema. Esso è costituito da più ambiti, caratterizzati da specificità naturalistiche: il Boschetto di 3 ha, nucleo storico originario e residuo dell’antico bosco di Valdemar; i rimboschimenti recenti; il prato stabile; le zone umide.
Il progetto, esito di una gara, prevede il ridisegno dell’area di ingresso e del parcheggio, la sistemazione del percorso didattico, comprensiva dei testi esplicativi e della grafica dei pannelli informativi, e interventi diffusi di sistemazione dell’area (ponti, passerelle, aree sosta, elementi segnapercorso).
La fruizione dell’area è limitata a un percorso definito per preservarne la naturalità. Per rendere chiara la limitazione il progetto propone elementi segnaletici di immediata comunicazione ma integrati all’ambiente: il trattamento della superficie a terra e gli elementi segna-percorso.
Il percorso muta con gli ambienti attraversati. Il percorso del bosco vecchio, ove il suolo in terra battuta segna una netta separazione dal fitto sottobosco, è individuato dal diradamento degli alberi; i segna-percorso rossi indicano il divieto di uscire dal tracciato per rispettare il bosco antico. Il Percorso dei rimboschimenti lungo i fossi è in stabilizzato; elementi continui segnalano il ciglio del canale. Il Percorso dei prati è segnato dallo sfalcio dell’erba e in alcuni punti, per renderlo visibile e segnare il tracciato per il taglio periodico, sono collocati segna-percorso verticali. Se nel bosco il segna-percorso orizzontale contrasta con la verticalità degli alberi, nei prati i segna-percorso verticali spiccano nell’orizzontalità del manto erboso.
Il percorso si arricchisce di aree di sosta segnate da elementi legati tra loro in un unico segno: sedute, cartelli didattici, elementi a terra.
I ponti che attraversano i fossi sono di due tipi. Quelli di accesso al Boschetto, immersi nel verde rigoglioso, sono costituiti da un telaio di tondini d’acciaio, che dà l’effetto di passare attraverso un tunnel nella vegetazione, che porta all’interno del bosco antico. Gli altri, posti in ambiente aperto, sono in legno.
Prima dell’intervento l’ingresso al Bosco era poco visibile. Il progetto lo ha ridisegnato con due elementi distintivi: la recinzione e il pannello decorativo. La recinzione in tondini di acciaio simula elementi vegetali stilizzati e dialoga col bosco sullo sfondo. Il pannello decorativo è inserito in un muro in cemento faccia a vista e rappresenta il logo del Bosco mediante il contrasto tra superfici di cemento lavato e liscio di diverso rilievo.
Gli interventi sono stati realizzati con un budget ristretto (154.000 euro) e si propongono più che come elementi di arredo come oggetti evocativi, con un disegno unitario che va a sovrapporsi in modo discreto ma riconoscibile al paesaggio. Recinzione, cartelli, ponti, sentieri, elementi segnalatori rispondono tutti ad una stessa grammatica, che introduce segni particolari all’interno dell’habitat naturale. Gli elementi affiorano tra gli alberi e i prati con un chiaro significato funzionale, ma diventano anche “personaggi” che abitano il Bosco.
L’intervento, pur con elementi minimi, è diventato l’occasione per dare al Bosco di Carpenedo un’immagine rinnovata e riconoscibile e per favorirne l’appropriazione da parte dei cittadini.