Il complesso di case viene realizzato dall’ICP con appalto concorso, secondo le previsioni del piano del 1909. Tre isolati a corte con 339 alloggi. Il fabbricato del lotto 1 è di Mario De Renzi. I fabbricati 2 e 3, ovvero i due elementi trapezoidali dei lotti 2 e 3, sono di Alessandro Limongelli; i fabbricati, che completano le corti trapezoidali, sono di Giuseppe Wittinch e di Tito Bruner.
Situato tra il Tevere e via del Vignola, l’intervento ha una caratterizzazione unitaria, determinata da un sistema di corti, con spazi e percorsi di carattere urbano, in continuità tra interno ed esterno. E’ costituito da tre grandi isolati a corte, di struttura complessa, che definiscono al centro la piazzetta ellittica Perin del Vaga, in asse, secondo la diagonale al sistema, con piazza Melozzo da Forlì, attraverso il breve tratto di via Perin del Vaga, ingresso principale all’insieme. Le piccole dimensioni dell’intervento favoriscono la coincidenza lotto-isolato. Gli edifici sono posti a filo strada. E’ uno dei primi tentativi di sperimentazione di quegli anni, a Roma, di soluzioni tipologiche nuove, di rottura della rigidezza e uniformità della maglia ottocentesca, a favore di una maggiore libertà compositiva nell’articolazione degli spazi interni e del rapporto tra strada e corte.
L’impianto è simmetrico rispetto alla diagonale, ma la forma delle due stecche di case laterali definisce corti interne diverse, a cui si accede da due ingressi, posti sulla piazza ellittica, caratterizzati da una struttura muraria concava, alta tre piani, con aperture e logge per gli alloggi. I dettagli architettonici dei portoni, dei balconi, delle fasce davanzale, insieme a paraste, lesene, cornici, altane, abbaini, derivano dalla tradizione del barocchetto romano. Il disegno dei giardini interni e degli spazi di ingresso, con la collocazione delle due fontanelle simmetriche, risponde a quel carattere di unità ricercato dai progettisti. Il progetto dei cancelli è di Duilio Cambellotti.