Paris, 1983. È Tschumi a realizzare il capolavoro della poetica dei layer. Il progetto nacque a seguito del concorso internazionale per l’aménagement de l’est de Paris, dal quale Tschumi ne uscirà come vincitore. Il parco si presenta come un contenitore di attività e funzioni legate non solo al divertimento, ma anche all’educazione, affermando dunque il concetto di “parco culturale”. Alcune delle più significative attrazioni del parco sono: la Cité des sciences et des industries (la Città delle scienze e delle industrie) di Adrien Fainsilber; la Géode, celebre sala di proiezione semisferica, progettata da Adrian Fainsilber e Gerard Chamayou; l’Argonaute , un sottomarino disarmato nel 1982; la Citè de la Musique (Città della Musica) di Christian de Portzamparc.
Folies Villette
Il parco de la Villette, realizzato anche in collaborazione con Derrida, rappresenta il manifesto programmatico della decostruzione architettonica, che vede l’architetto e il filosofo schierati l’uno affianco all’altro per definire le regole generali e i flussi generatori. Non si avrà più una forma pura e cristallizzata, bensì dei punti rossi chiamati Folies, i quali costituiscono una serie dissociata di “cellule generatrici”, le cui trasformazioni non sono circoscrivibili. La conformazione dello spazio dato dalle Folies evidenzia un’idea che propone una condizione dell’uomo nel mondo, non più come soggetto fermo, stabile in un luogo certo, bensì come soggetto che si muove in uno spazio indeterminato e non definibile. L’opera di Tschumi, così some Derrida definisce “è un’architettura dell’evento, che come proprio la decostruzione accade”; le Folies decostruiscono lo spazio, ma non portano ad un grado zero di scrittura architettonica, priva di utilità e abitabilità. Oltre alle Folies, l’architetto baserà il suo progetto su altri due strati, le linee e le superfici.
Il sistema delle linee è destinato invece alla circolazione ed individuato attraverso due assi rettilinei e ortogonali tra loro, sottolineati da pensiline ondulate, che si intersecano e congiungono i punti estremi di accesso al parco. A questi si aggiunge la Promenade Cinématique, un percorso sinuoso, che si articola attraverso numerosi episodi consecutivi come le sequenze di una pellicola cinematografica. Il sistema delle superfici si forma invece dallo spazio di risulta dovuto all’intersezione dei diversi percorsi ed è costituito da grandi estensioni destinate a prato. Solo tre anni dopo,nell’86 si affaccia sulla scena di Parigi, Eisenman; l’86, un anno per quest’ultimo decisivo: viene chiamato da Tschumi per progettare congiuntamente con Derrida, il giardino all’interno del Parco. L’iter di questo lavoro di gruppo, è illustrato dal filosofo nel saggio “Pourquoi Peter Eisenman ècrit de si bons livres” dove sono contenute anche alcune riflessioni di Eisenman. Il titolo del saggio è la parafrasi di un’espressione tratta dall’Ecce homo di Nietzsche.
Time scaling
Il Parc de la Villette si rivela una riflessione sul tempo, sul passato, il presente il futuro ,e sui loro rapporti. Eisenman, ricerca attraverso lo scaling, analogie e relazioni nascoste tra le piante dell’area del Parc de la Villette in differenti momenti storici: la pianta del 1867,quando il sito era occupato da un mattatoio, la pianta del 1848, quando su questa area sorgevano le mura di Parigi, e infine la più recente pianta ideata da Tschumi per il concorso dell’83, vengono sovrapposte: “mattatoio-luogo sacrificale;mura –canali; griglia di La Villette-Griglia di Cannareggio; Tschumi-Eisenman. È la creazione di uno spazio analogico”. Lo scaling quindi permetterà ad Eisenman di negare due concezioni tradizionali, così come era stato per Derrida, che negava la metafisica platonica e Heidegger: lì antropocentrismo in architettura, ossia l’uomo al centro, e quindi il corpo umano come riferimento della scala; e l’idea di cosa in sé, intesa da lui stesso come “ il privilegio di uno specifico oggetto in una specifica scala”.