La chiesa del Santo Volto di Gesù alla Magliana è la prima a Roma con una cupola in grado di racchiudere sia lo spazio compreso tra le pareti, sia lo spazio oltre queste. Infatti, a differenza di tutte le altre cupole che caratterizzano lo skyline della capitale, che racchiudono al loro interno l’energia spaziale, questa è composta da due semicupole, una interna, canonica, e un’altra esterna virtuale. Queste si relazionano tra di loro in termini geometrici e sono divise solo dalla grande vetrata dietro l’altare.
L’altro nodo fondamentale del complesso è la croce, che diventa fulcro dell’impianto geometrico e terminale fisico e percettivo del percorso, separando la chiesa dal complesso della casa parrocchiale. La scomposizione, lo slittamento e i tagli dei volumi diventano essenziali per l’inserimento del nuovo progetto nel quartiere. Il sagrato, a forma di V, si pone come espansione della strada di attraversamento e rafforza l’idea della città -comunitas che entra nello spazio sacro. Il cuneo vuoto consente di scomporre la massa edilizia in più parti, in modo che gli elementi significativi dell’apparato tipologico, come la croce e l’altare, sembrino essere scagliati verso lo spazio urbano acquisendo ulteriore significanza.
Dall’analisi del contesto, infatti, si evince la presenza di un tessuto disorganico e in parte abusivo, per cui i progettisti hanno cercato di colmare la mancanza d’identità del quartiere attraverso la compenetrazione tra preesistente e nuova morfologia, creando un vero e proprio luogo pubblico in un brano di città caratterizzato principalmente da un caotico affastellarsi di centri commerciali, residenze ad alta densità e spazi privati di risulta. L’asse di attraversamento del complesso, che culmina sulla grande croce, divide in modo netto i due volumi che caratterizzano il progetto: l’edificio dedicato alle funzioni religiose e quello destinato alla vita della parrocchia.
Il primo si sviluppa su un unico livello ed è costituito dall’aula ecclesiale, caratterizzata dalla grande semicupola, e da una figura prismatica più bassa che contiene la cappella feriale, la sagrestia e i confessionali. L’aula ecclesiale, dotata di due ingressi, ha un impianto ad anfiteatro che permette di avere tutti i fedeli rivolti verso il pulpito. La sua parete curva ne delimita l’invaso e su di essa è posto l’ingresso da via della Magliana. L’accesso dal sagrato, invece, è costituito dal portale, caratterizzato ha un vestibolo esterno, la cui altezza mette in risalto la fuga prospettica verso lo spigolo opposto, dove si trova l’organo. La casa parrocchiale è caratterizzata da un lungo setto murario segnato in un tratto da una superficie inclinata, alla base della quale sono scavate delle sedute rivolte verso il sagrato, in modo da rinforzare il senso di piazza. In asse con l’ingresso dell’oratorio un volume in aggetto, con un’ampia vetrata, crea un collegamento visivo tra lo spazio di rappresentanza della foresteria e il Tevere.
All’interno, invece, le scale collegano i diversi livelli della casa parrocchiale: a terra due scalinate portano alla sala polifunzionale; alla quota intermedia quelle che conducono alle aule, agli uffici, alla foresteria, per terminare sulla copertura in uno spazio di raccoglimento.
Dal punto di vista statico il maggior impegno è stato profuso nella realizzazione della struttura in acciaio, che definisce la semicupola. Per questo involucro sono state utilizzate una serie di putrelle ad arco collegate tra loro con piatti in acciaio cor-ten, tali da formare un sistema portante. A questo si è sovrapposto un getto di calcestruzzo rivestito in travertino. All’interno della cupola è presente una calotta leggera e areata che fa fronte ad eventuali problemi di condensa dell’aula ecclesiale. Il grande rosone, invece, è formato da una struttura circolare con funzione portante che, per ragioni statiche, è solidale alla parete in cemento armato su cui è inserita.