Il quartiere di Torrevecchia è uno degli interventi più significativi realizzati a Roma con i finanziamenti della legge 584 che riguarda i provvedimenti urgenti per l’accelerazione dei programmi in corso di edilizia residenziale pubblica. Durante il periodo fascista, per accogliere la popolazione allontanata dal centro storico a seguito degli abbattimenti del tessuto medievale, operato per la realizzazione delle grandi arterie previste dal PRG del 1931, è stata edificata Primavalle, una delle 12 borgate ufficiali. Gli abitanti di Primavalle provenivano dalla zona di Spina di Borgo dove venne realizzata Via della Conciliazione.
L’insediamento dei nuovi abitanti fu traumatico: si trovarono in una zona distante circa 9 chilometri dal centro cittadino, mal collegata, alloggiati in edifici carenti di servizi igienici. L’edificazione fu iniziata a partire dal 1936 su progetto dell’ architetto Giorgio Guidi. La borgata fu inaugurata nel 1939 e si sviluppava lungo l’asse viario centrale di Via di Primavalle (oggi Via Borromeo) che collega le due piazze principali: Piazza Clemente XI e Piazza Capecelatro, con gli edifici che si sviluppano in parte paralleli e in parte perpendicolari all’asse. La borgata fu completata negli anni ’50. Il periodo di maggior sviluppo edilizio si ebbe tra 1961 e il 1971 quando venne edificato oltre il 53% dei fabbricati di Primavalle.
L’attuale quartiere di Torrevecchia si sviluppa in questa zona, su un comprensorio di 24 ettari circa, con 1074 alloggi per 3600 abitanti; il quartiere si sviluppa nell’area compresa tra quattro importanti arterie: via Boccea a sud, via di Casal del Marmo a ovest, via Mattia Battistini a est e via Trionfale a nord. Il nome “Torrevecchia”, molto probabilmente, deriva dall’originaria esistenza di una vecchia torre settecentesca di cui oggi non rimangono tracce. L’antica impronta rurale del quartiere è ancora visibile in quanto esso è caratterizzato da numerose distese verdi non intaccate dall’urbanizzazione. Questa consistente presenza di verde contrasta l’assenza di parchi pubblici veri e propri.
Del progetto furono incaricati Pietro Barucci, Lucio Passarelli e Marcello Vittorini, ai quali fu affidato il compito di definire un repertorio di soluzioni per il quartiere.
Il complesso è costruito attorno ad una piazza centrale definita da quattro case a torre alte 15 piani sulla quale affacciano un gruppo di uffici, un bar e un centro sociale. Caratteristico è il percorso pedonale in quota che collega la piazza a Via di Torrevecchia, attorno al quale sono disposti due edifici alti 3 piani. Due dei livelli ospitano abitazioni mentre l’altro negozi. Lo schema tipologico su cui sono impostati questi edifici costituisce un’interessante variante della casa in linea; in uno di essi i corpi scala si aprono lungo la quota del terreno. In corrispondenza della piazza, da questo impianto, si diramano quattro edifici in linea che hanno un andamento perpendicolare a quello delle case basse e un’altezza variabile da 4 a 6 piani. Grazie ad una serie progressiva di slittamenti, questi corpi tendono ad aprirsi verso le testate esterne liberando così al loro interno due spazi verdi sufficientemente grandi per essere destinati rispettivamente a un piccolo parco e ad attrezzature sportive. Il lato ad ovest è caratterizzato dalla presenza di grandi spazi di terreno agricolo. Le soluzioni architettoniche adottate nei diversi edifici sono semplici ed omogenee, con pannelli prefabbricati in cemento e finestre a nastro con infissi metallici colorati in rosso, i moduli strutturali sono costanti, le componenti tipologiche unificate.