Nel 1995 lo studio olandese DS Landschapsarchitecten vince il concorso internazionale indetto dall’amministrazione berlinese per la realizzazione del parco Tilla Durieux, nota attrice austriaca ai tempi della repubblica di Weimar. Delimitato sul lato sud-ovest dagli edifici di Giorgio Grassi e a nord-est dalle architetture di Richard Rogers e Renzo Piano, il parco si sviluppa lungo un lotto rettangolare di 400 metri per 30 di larghezza, ed è compreso tra Potsdamer Platz ed il Landwehrkanal, uno dei canali del fiume Spree. Due grandi parterre sollevati e inclinati negli angoli opposti di circa 35 gradi lungo l’asse longitudinale si modificano, nelle altezze, secondo uno schema che richiama alla mente la flessibilità e la resistenza delle tensostrutture. Da un’altezza di 4,5 metri, nel punto più alto, queste colline artificiali scendono lateralmente fino alla quota del piano stradale, per poi riprendere ed arrivare, all’estremità posteriore, fino al canale. I parterre sono rivestiti da un tappeto erboso, privo di arbusti e di alberi, mentre ampie banchine pedonali cadenzate da filari di tigli, circondano l’intero parco, offrendo un sistema di connessione pedonale rapido e veloce con l’intorno urbano.
La presenza nel quartiere di numerosi edifici multifunzionali, in prevalenza commerciali e residenziali, fa di questo parco uno spazio dinamico e attivo, in grado di sostenere un confronto adeguato e pratico con le architetture circostanti, il canale e Potsdamer Platz. Nello stesso tempo il parco Tilla Durieux si sottrae a qualsiasi declinazione funzionale, scegliendo di integrare paesaggio urbano e arte in un unico progetto. La semplicità dei dettagli caratterizza le diverse soluzioni adottate per gli accessi, le scale e le aree di gioco; l’attacco del piano erboso con la pavimentazione in pietra delle banchine, realizzato con un profilato in acciaio cavo per lo scarico delle acque reflue. Gli scalini di accesso alle diverse quote del piano inclinato: semplici scatole metalliche a sezione triangolare inserite nella terra. Infine il sistema dei grandi giochi, realizzati in acciaio e poggiati su un pavimento in gomma.
La scelta architettonica dello studio olandese, così formalmente distante dal paesaggio urbano circostante, unitamente all’assenza degli elementi più comuni all’immagine di giardini e parchi tradizionali, ha provocato inizialmente diverse obiezioni da parte di residenti e proprietari delle aree circostanti, fino a minacciare la sua realizzazione; ma la qualità del progetto è proprio quella di rendere protagonista il vuoto urbano in contrasto con la grande varietà formale e compositiva delle architetture circostanti.