UNA STAZIONE COME MEMORIA URBANA
Il primo progetto per la Stazione di Vigna Clara viene realizzato in occasione del Campionato Mondiale di Calcio del 1990, ma la fermata non entrò mai in esercizio. Il progetto di Restyling affidato allo studio Amaart nel 2016 prevede il recupero completo del vecchio corpo di fabbrica, ed attraverso questo recupero la ricucitura della “ferita” inferta alla città per molti anni.
Il primo intento progettuale è quello di migliorare la fruibilità del corpo di Stazione, quindi andando a realizzare un nuovo ingresso su Via Tuscia e ingrandendo le dimensioni di quello esistente su Via L.Amoroso, al corpo di stazione si andranno quindi a realizzare tre ingressi. L’andamento distributivo del Locale Viaggiatori ha ad oggi una forma a “T” ed è resa molto più fruibile e semplice nell’individuazione dei percorsi che saranno di due tipi: uno longitudinale, quello che prende luogo dall’ingresso principale, e uno trasversale, quello che si sviluppa lungo l’asse dei due ingressi laterali. Nel progetto si mantengono le due attività commerciali sul fronte principale, il bar a sud/ovest e il negozio di arredamento a nord/ovest. I tre ingressi fra loro sono diversi come linguaggio e come intenzione di progetto, quello principale dotato di una pensilina in aggetto su Via Flaminia, si estroflette quasi a voler “toccare” la città e i suoi confini, mentre il secondo che si attesta su Via L. Amoroso, è un percorso coperto, dove, attraverso una lunga asola di luce, realizzata con pannelli microforati, l’utente può traguardare l’interno del piano banchina fino ad intravedere tutti i lati della stazione e della città.
Lo Spazio interno, il locale viaggiatori, si compone di una zona di attesa e di un grande affaccio: un bow-window dal quale osservare il passaggio dei treni e delle persone. Il piano banchina è pensata come un interno/esterno dove si possono comprendere le dimensioni dei setti verticali e delle coperture che si alternano, in un gioco di pieni e vuoti sui corpi scala di collegamento fra il piano banchina ed il locale viaggiatori. Il sistema delle pensiline raccorda il passaggio anche fra la fine del corpo di fabbrica e la città, per ricongiungersi attraverso il percorso coperto longitudinale in una guida verso la grande piazza ed il parcheggio nel lato est della stazione. La composizione progettuale del sistema delle pensiline vuole essere misura e rapporto con gli edifici residenziali che insistono nel quartiere, ma anche citazione diretta alla grande copertura della Stazione Termini di Roma.
Ogni fronte di progetto si distingue per unicità e linguaggio compositivo instaurando sempre nuovi rapporti con lo spazio circostante. Il prospetto Est, strettamente connesso al sistema di circolazione veicolare e pedonale, quinta e scenario di uno spazio pubblico di progetto si compone formalmente di un gioco serrato di elementi pieni e vuoti.
La luce naturale e l’alternarsi “dell’Ombra” è guida architettonica ove l’uomo si misura con la monumentalità delle proporzioni del sistema ad “innesto” delle pensiline-riparo.
Anche il progetto d’illuminazione contribuisce a dare definizione progettuale all’alternanza dei pieni e dei vuoti.
( Relazione tratta dal Progettista )