Texture romana
L’intervento di rigenerazione dell’area in via della Lega Lombarda, in cui nel 1939 sorgeva l’ex deposito Atac, edificato negli anni ’30 dallo IACP e progettato da Guido Guidi e Innocenzo Sabatini, rientra nell’ambito dello sviluppo dell’Accordo di Programma per la valorizzazione del patrimonio della società di trasporti della Capitale. Le rimesse Atac, ricco patrimonio intrecciatosi nei fili della trama cittadina, sorgono per lo più in quelli che una volta erano considerati gli interstizi dell’urbe. Nel caso specifico, la filorimessa sorgeva in prossimità dell’allora quartiere Tiburtino II, con 5200 mq di edifici adibiti ad uffici e depositi e 4600 mq per l’ampio piazzale lasciato sgombro come area di manovra.
Il progetto dello studio romano Labics, risultato vincitore nel 2007 di un concorso ristretto ad inviti, integra nella texture romana questa frazione di città, dall’alto potenziale dato dalla collocazione ai margini del tessuto consolidato ma analogamente debole dal punto di vista identitario. Il complesso architettonico e urbano è pensato come trait d’union fra via della Lega Lombarda e via Arduino, porzioni disgiunte dello stesso quartiere fin dagli anni ’30.
Mixitè & spazio pubblico
È dunque il tessuto della città storica consolidata a stabilire i sistemi entro i quali lo spazio aperto deve prendere forma e volume. Lo spazio pubblico è pensato per integrarsi ed interagire con la texture preesistente occupando non solo l’intera area di intervento, ma anche la copertura dei basamenti in modo da riconsegnare alla comunità quella porzione di città sottratta dalla loro impronta a terra. Il progetto nasce dunque da una attenta analisi del disegno urbano con una rilevanza data alla piazza centrale, posta in asse con l’accesso al quartiere Tiburtino II. Viene a crearsi una nuova centralità a scala locale tramite il ridisegno del sistema degli spazi pubblici: essi si presentano contemporaneamente come luogo di passaggio fra l’area di intervento e la città e come nuovo luogo di raccolta per la collettività. L’esito dell’impianto delineato fa si che la nuova texture risulti permeabile attraversando senza soluzione di continuità tutta l’area di intervento. Lo spazio fluido esterno acquista potenzialità: percorribile e fruibile in tutte le sue porzioni, comprese le due terrazze che sono collocate in copertura dei due corpi basamentali, invita ad essere percorso ed esplorato. Il basamento è il punto di contatto fra il sistema degli spazi pubblici aperti e il sistema del costruito: è supporto dei percorsi e percorso esso stesso.
Al di sopra si ergono due corpi di fabbrica, ciascuno su due livelli, i quali ospitano al piano terra funzioni commerciali e al primo piano il direzionale, ospitato anche nell’edificio cosiddetto a ponte, sempre su due livelli, che sovrasta il primo dei due blocchi basamentali.
Sul secondo sono invece sospese le 8 unità abitative, le ville urbane e la torre residenziale, un edificio di 9 piani (11 rispetto al piano stradale). Le ville, dei duplex collocati in corrispondenza della parte centrale di Via Arduino, sono sospese ad oltre 12 metri dal piano stradale, mentre la torre residenziale, verso la Stazione Tiburtina, dispone di 72 unità abitative, dotate di logge.
Sistemi ritmici di facciata
La pelle dei corpi di fabbrica valorizza e contraddistingue i vari fronti, “privi di elementi descrittivi” (Labics), così da favorire una unitarietà percettiva dei volumi, che devono sia inserirsi nel contesto sia identificarsi all’interno di spazi aperti poco definiti. Le tipologie funzionali dettano in facciata i ritmi degli involucri. Se il piano terra si contraddistingue per la sua superficie in vetro di tipo strutturale, il direzionale è invece scandito da un brise-soleil di profili verticali di alluminio, i quali assolvono sia la funzione di protezione dall’irraggiamento termico sia quella di rendere plastico il volume basamentale. Ma è nella torre residenziale e nelle ville urbane che il ritmo accelera: le logge, con diverse profondità a seconda dell’orientamento, dettano il gioco di ombre reso possibile dalle persiane in alluminio orientabili a seconda dell’irraggiamento solare.