Cité des Courtillières

Émile Aillaud

15 Parc des Courtilières, 93500 Pantin, Francia, 1954-1965


La Citè des Courtillières è un vasto insediamento di edilizia sociale per 1233 alloggi, collocato tra i comuni di Pantin e Bobigny, due municipalità della prima cintura parigina, realizzato tra il 1954 e il 1965 dall’architetto Émile Aillaud.

Il programma edilizio prende avvio nel 1954 in seguito allo svincolo di una vasta area di servitù militare adiacente al fort d’Aubervilliers. Tale operazione si rende necessaria allorché il governo francese decide di promuovere la realizzazione di un gran numero di nuovi insediamenti di edilizia pubblica, con lo scopo di far fronte alla drammatica crisi alloggiativa che si protrae dal dopoguerra. L’incarico per l’elaborazione del masterplan viene affidato a Émile Aillaud, il quale organizza un variegato programma edilizio comprendente una cité d’urgence da costruirsi in tempi rapidi e la successiva realizzazione del quartiere vero e proprio, suddiviso quest’ultimo in quattro comparti, il cui sviluppo è affidato a diversi enti coinvolti a vario titolo nei programmi di edilizia sociale. Completano l’operazione due plessi scolastici e l’asilo nido comunale.

Al cuore dell’operazione il progettista disegna un lungo edificio sinuoso, alto 5 piani e lungo circa 1,5 km, che ripiega su sé stesso per racchiudere al suo interno un vasto parco di 4 ettari. La cortina edilizia è interrotta in più punti per consentire l’ingresso all’interno del recinto dal resto del quartiere. In mancanza di grandi condizionamenti contestuali, il parco al cuore del complesso è immaginato da Aillaud come un palinsesto preesistente, in grado di determinare l’andamento delle curve e controcurve del suo recinto. Il nastro edificato si articola allora attorno a piccole masse boscate e leggere ondulazioni del terreno che definiscono la matrice paesaggistica dell’intervento.

Dichiaratamente ispirato tanto alle città murate del medioevo italiano quanto al Crescent di Bath, il progetto delle Courtillières è per Aillaud una conferma della necessità di una rottura con le rigide applicazioni funzionaliste dei suoi contemporanei, impegnati negli stessi anni nella realizzazione di interventi simili per dimensioni e complessità.

Le scelte costruttive denunciano il rifiuto del progettista rispetto all’uso massificato delle tecnologie di prefabbricazione pesante promosse dallo Stato centrale. Pur essendo obbligato da contratto all’adozione del sistema costruttivo a tunnel “Camus”, l’architetto lo piega alle proprie esigenze espressive, armonizzandolo con tecnologie miste e maggiormente flessibili. A dispetto di questa autonomia la varietà tipologica appare piuttosto ridotta, essendo vincolata dalla doppia campata imposta dal setto continuo di spina. Ogni vano scala serve due o tre alloggi il cui unico elemento di variazione è dato dalla differente giacitura che la curva del segno territoriale assume in quel segmento.

Il rigore compositivo dell’architettura è confermato dalla rinuncia a ogni articolazione dell’attacco a terra, il quale è scandito in prospetto dal ritmo serrato delle porte tutte uguali delle cantine. In alzato, la serialità delle bucature è contrappuntata dal progetto di colorazione delle facciate che Aillaud elabora insieme all’artista italo-francese Fabio Rieti e che prevede un trattamento a mosaico in pasta di vetro sui toni del blu-azzurro per il fronte esterno e rosso-rosa per quello interno.
Attorno alla serpentina si collocano gli altri tre comparti edilizi, costituiti da gruppi di torri di 13 piani con impianto a tribolo, oltre ad alcuni edifici lineari che chiudono il quartiere a sud e a ovest e a nord, tutti progettati dallo stesso Aillaud per fasi successive fino al 1965.

La Cité è stata sottoposta a tutela nel 2008 con l’iscrizione nell’elenco delle opere “patrimonio del XX secolo”. A partire dai primi anni Duemila è al centro di un vasto programma di riqualificazione ad opera degli studi RVA Architectes, l’AUC e Taktyk. I nuovi interventi hanno interessato, alle diverse scale, la demolizione di alcune sezioni del recinto, la riconfigurazione delle unità abitative, l’ottimizzazione della performance energetica delle facciate e la riorganizzazione degli spazi aperti attraverso operazioni di infill e di ridisegno del suolo.

Autore Scheda
Daniele Frediani
Revisori
Fabio Balducci
Francesco Polidori
Dettagli del progetto
Funzione

Edilizia sociale, Parchi, verde pubblico, Quartieri/insediamenti/lottizzazioni residenziali, Residenze plurifamiliari

Tags

architettura residenziale, edilizia sociale, recinto

Categoria di intervento

ex novo


Cronologia

1954: incarico
1956: costruzione della cité d'urgence
1957-65: costruzione della serpentina
1964-66: demolizione della cité d'urgence
2008: iscrizione nell'elenco delle opere “patrimonio del XX secolo”
2002: programma di riqualificazione
2006-in corso: riqualificazione

Figure professionali coinvolte

Émile Aillaud, progettista
Fabio Rieti, colorista
Asthon Azaïs, progettista delle strutture

Committenza

Departement de la Seine SEMIDEP, OPHLM Pantin, SCIC, OCIL

Monografie

Aillaud, Émile. Désordre apparent, ordre caché. Paris: Éditions du Linteau, 2017, ISBN 9782374970004.

Lefrançois, Dominique, Paul Landauer. Émile Aillaud. Gollion: Infolio, 2011, ISBN 9782757701270.

Dhuys, Jean-François. L'architecture selon Émile Aillaud. Malakoff: Dunod, 1983, ISBN 9782040121273.

Articoli in rivista

Landauer, Paul, Benoît Pouvreau. Les Courtillières, cité ordinaire, histoire singulière ?. In: Espaces et sociétés. ERES, 2007, n. 130, p. 71-85.