Allestimento archeologico della stazione Metro C – Fermata San Giovanni

Dipartimento DiAP- Dipartimento di Architettura e Progetto - Laboratorio Re.Lab

Ateneo Sapienza Università di Roma

Responsabile Scientifico Andrea Grimaldi, Filippo Lambertucci

Altri Autori Livio Carriero, Daria Emmulo, Amanzio Farris, Carlo Martino, Valerio Ottaviano, Sara Palumbo, Samuel Quagliotto, Leo Viola

Scheda Completa

Abstract:

Curato dai professori Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci del Dipartimento architettura e progetto della “Sapienza”, Università di Roma, il progetto riguarda l’allestimento della stazione metro San Giovanni, con la presentazione dei contesti storico-archeologici emersi duranti gli scavi di archeologici. Si tratta del primo dei progetti di miglioramento qualitativo auspicati dalla Soprintendenza per le stazioni della linea C che attraverseranno il cuore di Roma.

 

Obiettivi:

Le opere previste dal progetto sono finalizzate a creare spazi espositivi, connotati e qualificati come spazi culturali, provvisti di pannelli didattici e ricostruttivi dell’evoluzione del paesaggio dall’età pre-antropica alla moderna, di schermi per la proiezione della documentazione filmica, di vetrine, per l’esposizione di reperti.
Chiave dell’allestimento è l’idea di offrire agli utenti distratti della metropolitana un’esperienza di spazio stratigrafico, veicolato attraverso una serie di dispostivi narrativi, il primo dei quali è lo Stratigrafo, indicatore della profondità dei contesti storici rinvenuti rispetto alla quota della città contemporanea e barra di misurazione temporale delle fasi storiche.

Relazione:

La stazione museo San Giovanni metro C è un’occasione preziosa per fare un viaggio nel tempo in uno dei punti più suggestivi di Roma. Siamo in largo Brindisi-angolo piazzale Appio, a ridosso della Mura Aureliane che fiancheggiano la basilica di San Giovanni in Laterano.
L’intervento ha interessato la progettazione di tutte le superfici interne e della stazione, cui si è aggiunto il ridisegno delle giaciture di alcune fodere e l’individuazione degli ambiti espositivi lungo l’atrio e i piani di distribuzione.
La stratigrafia, strumento chiave per comprendere il sistema informativo che anima le superfici interne, viene accompagnata dallo strumento cromatico, difatti ad ogni epoca storica è assegnato un colore che evidenzia il succedersi ed il sovrapporsi degli strati storico-geologici.
Le tracce materiali della vita che qui si è succeduta per oltre due millenni, vale a dire i reperti recuperati durante gli scavi, sono diventate figure iconiche rappresentative del loro tempo e compaiono graficizzate fuori scala come segni identificativi delle diverse epoche.
A corredo di questa chiave di lettura spazio-temporale, si aggiungono in parallelo altri due registri narrativi. Il primo legato ad alcuni eventi che storicamente hanno determinato i cambiamenti infrastrutturali di Roma o ne hanno caratterizzato alcuni passaggi significativi sotto il profilo storico-sociale. Il secondo è incentrato sulle trasformazioni dell’area, in particolare riguardo al tema dell’acqua.
Gli allestimenti distribuiti lungo i piani di collegamento orizzontale dell’atrio, con modalità espositive diverse, accompagnano e svelano i reperti più interessanti rinvenuti, e restituiscono la complessità del succedersi delle fasi storiche e delle attività.
Lungo il piano atrio, accessibile indipendentemente dall’utilizzo della metropolitana, i reperti raccontano la storia millenaria del sito mentre il piano corrispondenze è dedicata alla grande azienda agricola che nel I secolo d.C. produceva, servendosi di tecnologie avanzate, le pesche da poco immesse dalla Persia nei mercati romani.

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ULTIMA MODIFICA 02/02/2021

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SCHEDA DISPONIBILE DAL 21/01/2021

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Inserito da
Giulia Ricci

Revisori
Francesca Sibilio

DETTAGLI DELLA RICERCA

Committenza
Roma Metropolitane

Gruppo di progettazione

Progetto Scientifico: Soprintendenza Speciale per il Colosseo e L'Area archeologica centrale di Roma (Rossella Rea con Irene Baroni, Anna De Santis, Francesca Montella, Simone Montella con Cooperativa Archeologica, Anna Giulia Fabiani.
Progetto architettonico: Metro C s.c.p.a., coordinamento Eliano Romani.
Consulenza alla progettazione museografica e degli interni: DiAP, Laboratorio Re-lab, Andrea Grimaldi, Filippo Lambertucci con Livio Carriero, Amanzio Farris, Valerio Ottaviano, Leo Viola, Samuele Quagliotto.
Ideazione del progetto grafico: Andrea Grimaldi, Filippo Lambertucci, Carlo Martino con Sara Palumbo, Daria Emmulo.
Sviluppo e redazione del progetto grafico: Carlo Martino con Sara Palumbo, Daria Emmulo.

INTRAMOENIA – Mostra IUAV di Venezia – spazio espositivo “Gino Valle”

INTRAMOENIA nasce dall’occasione di una call, cui il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza di Roma ha risposto proponendo una selezione di lavori condotti “all’interno delle sue mura”.
INTRAMOENIA si propone di valorizzare le attività di ricerca relative alla cosiddetta “terza missione”. Una missione che trova la sua ragione più profonda nello scambio dei saperi, o meglio nell’incrocio tra le Università e i bisogni della società.
INTRAMOENIA intende anche testimoniare come i Dipartimenti di progettazione possano, nelle maglie consentite dalla normativa nazionale, contribuire al fare e al trasformare in via diretta. A tal fine, il DiAP racconta sé stesso mostrandosi come una presenza attiva nel territorio, capace di offrire un contributo a tutte le scale del progetto. Per questo motivo abbiamo selezionato 10 lavori che vanno dal disegno del pezzo espositivo alla definizione di nuove visioni per le città, per segnalare come un Dipartimento possa essere un soggetto interlocutore a più livelli, nello scenario di un’attività di ricerca progettuale aperta all’esterno, virtuosa e costante.
INTRAMOENIA infine auspica di dare l’avvio alla costituzione di una rete di scambio tra Dipartimenti, volta a disseminare i risultati delle rispettive attività di progettazione, nella speranza di avvicinare anche gli studenti alla comprensione delle reali connessioni tra le Istituzioni in cui si formano e il mondo esterno, in un’ottica di pubblico servizio. Il DiAP accoglie dunque con grande piacere l’opportunità offerta dall’Università Iuav di Venezia e invita a leggere ciascun lavoro messo in mostra come fosse una sorta di breve “racconto” che, oltre a parlare di sé stesso, inquadra anche i temi e le modalità in cui la pratica del progetto viene sperimentata nelle Università italiane.