Ex dopolavoro e Circolo del Littorio

Gaetano Minnucci

Viale delle Scienze, 1, Roma, RM, Italia, 1933-1935


Gaetano Minnucci è tra i protagonisti del dibattito culturale sull’architettura italiana negli anni del fascismo. Nel 1921, dopo la laurea in ingegneria, si forma soprattutto nei Paesi Bassi dove si stabilisce per lunghi periodi e stringe rapporti con diversi architetti tra cui W.M. Dudok e P. Oud. Nel 1925 partecipa al congresso internazionale per il piano regolatore di Amsterdam. Dal 1924 inizia a pubblicare in Italia alcuni articoli sull’architettonica moderna olandese e nel 1926 scrive L’abitazione moderna popolare nell’architettura contemporanea olandese. Partecipa e organizza con A. Libera la prima mostra di architettura razionale a Roma nel 1928 al palazzo delle Esposizioni ed entra nel MIAR formatosi subito dopo. Nel 1926, con L. Piccinato fondano il “Gruppo urbanisti romani” ed espongono nel 1929 al congresso della “International Federation for housing and town planning” un piano urbanistico per la città di Roma, approvato successivamente da Mussolini. Nel 1931 Minnucci si iscrive all’albo degli architetti e, nello stesso anno, insieme a Libera organizza la seconda mostra di architettura razionale, sempre a Roma nella galleria di P.M. Bardi e inaugurata da Mussolini. Il critico milanese ne fa un’ottima occasione per esporre al Duce la Tavola degli Orrori: un collage di denuncia contro l’architettura da lui definita “passatista”, nella quale compaiono alcune opere di M. Piacentini. Minnucci non partecipa alla creazione dell’elaborato come fanno molti altri razionalisti e, nonostante i diverbi successivi alla mostra, nel giugno del 1932, è assunto da Piacentini in qualità di Segretario del Direttore generale dei lavori e Architetto Capo per la costruzione della Città Universitaria di Roma. Cura la revisione tecnica dei progetti, studia soluzioni acustiche di diverse aule di rappresentanza, tra cui l’Aula Magna del Rettorato, e, oltretutto, tra l’agosto e il settembre del 1932, viene incaricato a svolgere una ricerca per riferimenti, attraverso una serie di viaggi in Europa, di sedi universitarie e complessi educativi utili al futuro impianto universitario capitolino. È inoltre attivo nei cantieri per la Città Universitaria dove realizza il Dopolavoro e Circolo del Littorio tra il 1933 e il 1935 e la Caserma per la Legione Universitaria con Eugenio Montuori datata 1934; quest’ultima poi demolita per lasciare spazio, nel 1961, al palazzo dei Servizi Generali.

L’ex Dopolavoro e Circolo del Littorio si colloca nell’angolo Nord-Ovest del recinto della Città Universitaria e poggia sulle fondazioni di una clinica farmacologica rimasta incompiuta degli anni Venti: ciò che emerge da tale riuso è un parallelepipedo con abside centrato sul lato Nord-Est antistante a un corpo scala e fiancheggiato dal corpo centrale del Dipartimento di Neurologia e Psichiatria su Viale dell’Università. La nuova configurazione di Minnucci scardina la simmetria del precedente progetto attraverso una scomposizione in volumi plastici compenetrati e differenziati per materiali e impaginato di prospetto. Nel compiere questa operazione, Minnucci instaura un dialogo con le ali dei propilei di Arnaldo fascini, particolarmente evidente nella vista di spigolo e oggi occultata dalla presenza di fitte alberature.

L’edificio si presenta come una presenza più bassa rispetto agli altri volumi del masterplan e poggia su un terreno in pendenza: lungo Viale delle Scienze parte del piano terra è sotto il livello del suolo. L’ultimo piano, il secondo, mancante dell’ala Sud-Est, rimane parziale fino all’ampliamento del 1960. Esternamente il Dopolavoro è essenziale: prevalentemente di mattoni, travertino e intonaco, con linee nette e scandito da aperture regolari che proseguono sull’abside, rendendo la parete curva quasi integralmente in trasparenza. Minnucci svuota l’angolo Nord-Ovest e ne ricava un portico con tre ampie vetrate sul fondo e una soletta curva a sbalzo sorretta da due pilastri rivestiti in travertino; sull’angolo Sud-Est, al piano terra la soluzione è simile, ma semplificata, mentre sul primo piano è antitetica: l’angolo è vetrato e protetto da una soletta non praticabile su entrambi i lati dell’edifico. Sempre sul lato Sud-Est, Minnucci viola la simmetria originaria dell’impianto con l’aggiunta di tre rampe di scale a T che partono da Viale delle Scienze e dal lato opposto che si incontrano e crescono fino al primo piano, riservando nel proprio corpo piccoli spazi di servizio. Infine, la terza rampa si lega alla copertura calpestabile del piano terra derivata da una diminuzione del volume superiore. Ognuna di queste soluzioni genera, a sua volta, nuovi accessi e nuovi collegamenti che articolano la disponibilità interna del fabbricato in una compenetrazione di spazi ricreativi, pur mantenendo confinate le singole funzioni. Al piano terra si colloca una sala di 256 posti con palcoscenico, la sala bar, la sala biliardo, la sala cinema, la sala ginnastica e uno spogliatoio; il primo piano è destinato al Circolo del Littorio con ambienti di svago per professori e assistenti quali la sala biliardo e la sala gioco, la sala bar, la sala da ballo e la sala lettura; nella porzione di secondo piano trovano sistemazione il ristorante, la cucina, i servizi e l’alloggio e l’ufficio del custode. L’abside che collega i primi due piani, attraverso una galleria a sbalzo, racchiude in sé il Salone delle Feste ed è illuminata sia dalle grandi finestre verticali che da una serie di lacunari presenti nella calotta riabbassata in copertura. In questa sala, Giulio Rosso sintetizza ancora una volta l’eterno dialogo di tradizione classica tra le arti con un suo affresco. L’utilizzo dei materiali all’interno dell’edifico rimane invariato rispetto all’esterno, se non per il marmo e il travertino riservati agli ambienti di maggior importanza.

Alcuni anni più tardi Minnucci torna a lavorare sull’impianto per un ampliamento della sala teatrale; da qui in poi l’edificio viene denominato Ex Dopolavoro e Circolo del Littorio. Nel progetto datato 1939, cancella gli ambienti dell’alla Sud-Est ridisegnando il teatro; sostituisce il sistema di rampe esterne con una torre scenica di sei piani; rende vetrata parte della copertura in corrispondenza della platea, a favorire l’ingresso di luce naturale; completa il secondo piano e aumenta ulteriormente la cubatura dell’impianto con una fascia di servizi sul seminterrato. I servizi ricreativi dell’ala Nord-Ovest non subiscono variazioni, mentre l’abside viene ripensato come foyer. In un secondo progetto, datato 1940, elabora una seconda soluzione: ridimensiona l’altezza della torre scenica, diminuendola in corrispondenza del secondo piano; l’aumento della platea è più contenuto e questo permette il ripristino del bar accanto la sala lettura; il foyer trova sistemazione al posto della sala biliardo. Nessuno dei due progetti vengono portati a compimento a causa dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia, finché, nel 1960, Minnucci elabora una terza soluzione: rispetto ai precedenti disegni, ribalta il palcoscenico affiancandolo agli ambienti di distribuzione verticale antistante al Salone delle Feste. È naturale che un aumento della cubatura così esteso generi un ulteriore cambiamento rispetto all’impianto originario. Tale soluzione, oltre a comporre l’attuale configurazione del Teatro Ateneo, mostra come il sistema di rampe originario, che violarono la simmetria del corpo, e il neoplasticismo, che caratterizzava il lato Sud-Est, erano la base di un’idea di equilibrio compositivo dell’edifico.

Nel corso dei decenni, l’opera subisce profonde alterazioni prive di una visione e tutta l’ala Nord-Ovest è in stato di abbandono: oltre alle diverse aggiunte e demolizioni delle partizioni interne, nel Salone delle Feste il collegamento tra i piani viene cancellato da un solaio, mentre la maggior parte dei lacunari vengono occlusi. Per quanto riguarda l’affresco di Giulio Rosso, ne restano pochi frammenti.

Nel 2008 l’Ex Dopolavoro e Circolo del Littorio divenne proprietà della Sapienza. Ad oggi, il Centro Progetti del Dipartimento di Architettura e Progetto si sta occupando al restauro e del risanamento conservativo dell’edificio. L’intervento prevede il recupero e la riapertura dell’ala abbandonata e la rimozione del piano orizzontale presente nell’abside, l’adeguamento funzionale, strutturale e impiantistico rispetto alle vigenti norme e la realizzazione di nuovi ambienti come alloggi per studenti e sale studio.

Autore Scheda
Lorenzo Casavecchia
Revisori
Lorenzo Casavecchia
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Alterata

Funzione

Centri culturali polifunzionali, Recupero/restauro di edifici storici, Residenze universitarie/studentati, Teatri, Università e campus

Tags

città universitaria, gaetano minnucci, roma

Categoria di intervento

restauro o recupero


Ex dopolavoro e Circolo del Littorio
Lorenzo Casavecchia
Assonometria monometrica
Lorenzo Casavecchia
Gerarchie verticali
Fonte
Lettera d'incarico
Fonte
Cronologia

1933 Inizio dei lavori
1935 Conclusione dell'opera
1960 Ampliamento del Teatro Ateneo
2008 L'edifico diventa proprietà della Sapienza
Dal 2017 al 2020 Progetto definitivo ed esecutivo del restauro e risanamento conservativo dell'edificio dell'ex Dopolavoro Universitario e Teatro d'Ateneo

Figure professionali coinvolte

_Opera originaria
Progettista: Gaetano Minnucci

_Ampliamento
Progettista: Gaetano Minnucci

_Progetto di restauro e risanamento
Coordinamento progettuale: Orazio Carpenzano
Progettista: Anna Giovannelli
Responsabile centro progetti DiAP: Maurizio Alecci

Personale Area Gestione Edilizia di Sapienza:
Dirigente: Massimo Babudri
Responsabile Unico del Procedimento: Armando Viscardi
Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione: Claudio De Angelis

Gruppo di progettazione:
Fabio Balducci
Giuliana Briulotta
Paolo Marcoaldi
Simone Leoni

supporto tecnico alla progettazione:
Filippo Fiordeponti (strutture)
Alfredo Passeri (stima)

Committenza

_Progetto originario
Marcello Piacentini
_Progetto di restauro e risanamento
Centro Progetti DiAP

Imprese costruttrici

_Progetto di restauro e risanamento
Picalarga s.r.l.

Budget dell'opera

_Progetto originario
Non dichiarato

Monografie

Benedetti, Sandro , Eduardo Vittoria, Maria Italia Zacheo. Gaetano Minnucci. Progetti 1896-1980. Vita, concorsi, progetti, opere di un protagonista del razionalismo. Roma: Gangemi Editore, 1984, ISBN 9788874480111.

Articoli in rivista

Piacentini, Marcello. La Città Universitaria di Roma . In: Architettura . Roma: Fratelli Treves, 1935, n. Edizione speciale, .

Bellucci, Giovanni. Gaetano Minnucci e la città universitaria di Roma. Una storia lunga trent'anni. In: Palladio. Rivista di storia dell'architettura e del restauro. Roma: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2017, n. 59-60, Gennaio-Dicembre .