Mortonhall Crematorium

Basil Spence; Glover and Ferguson

Mortonhall Crematorium, Howden Hall Road, Edimburgo, Regno Unito, 1964-1967


Situato in Howden Hall Road, a sud di Edimburgo, il Mortonhall Crematorium è un complesso di edifici adibiti alla celebrazione, alla cremazione e alla deposizione delle ceneri dei defunti. L’area in cui sorge era occupata da un bosco da almeno 150 anni quando, nel 1958, la Corporation of Edinburgh acquistò 20 acri di terreno della tenuta di Mortonhall, corrispondenti alla parte più orientale, con l’esplicito scopo di fornire la città di uno spazio per cremare e seppellire i suoi morti. A seguito di una riqualificazione paesaggistica del sito, già nel 1960 fu aperto il cimitero, con un’estensione di circa 5 ettari. Pochi anni dopo, la Corporation of the City of Edinburgh incaricò Sir Basil Spence, che aveva recentemente guadagnato attenzione a livello nazionale dopo il progetto presentato per la Cattedrale di Coventry, di realizzare ‘’il più iconico crematorio del Regno Unito’’. Diciassettesimo crematorio in Scozia, Mortonhall doveva rappresentare il culmine della progettazione di edifici pubblici locale: da un lato vi era l’indiscutibile importanza dell’identità architettonica a Edimburgo in quanto capitale, dall’altro la necessità di raggiungere – se non superare – i risultati che negli ultimi tempi aveva raggiunto Glasgow. Il progetto viene realizzato tra il 1964 e il 1967, anno della sua inaugurazione, e prevede due cappelle per le celebrazioni, il crematorio, un’ulteriore cappella per la rimembranza (poi ricollocata) e una sala d’attesa, nonché la sistemazione degli spazi esterni dell’ingresso, della collina con la croce monumentale e della Memorial Walkway. Se nel processo di progettazione e per il controllo dei lavori, Spence viene affiancato dai partners John Hardie Glover e Peter Scott Ferguson, il responsabile tecnico designato è invece John ‘’Archie’’ Dewar. Il complesso è costituito da un insieme di prismi di cemento bianco aggregato con selce calcinata – le lastre di rivestimento figurano in tre dimensioni – che si innalzano fino ad una guglia tetraedrica, che corona e garantisce l’ulteriore ingresso della luce nella cappella principale. Quest’ultima risulta in uno spazio imponente, che può accogliere fino a 250 fedeli, e le sue pareti bianche, ripiegate tra loro in modo da massimizzare la luce naturale al suo interno, sono scandite dai tagli verticali delle finestre in vetro colorato ed a tutt’altezza, creando un effetto al contempo finemente suggestivo e disteso. Gli interni, minimi, sono definiti dal ritmo delle panche in pino attrezzate, mentre le sue forme drammatiche si concludono con un catafalco in cemento grezzo, sormontato da diverse icone religiose che possono essere nascoste dietro ad una tenda secondo necessità. Sospesi sopra i banchi si trovano, invece, dieci lampadari a cupola bronzei. Nella galleria sopra il portale d’ingresso vi è poi l’organo, a cui si accede per mezzo di una scala a chiocciola in ferro. Appare evidente, non solo per la Main Chapel quanto per l’intero crematorio e il suo rapporto con l’ambiente circostante, il riferimento a importanti precedenti quali il Woodland Crematorium / Skogskyrkogården (1935-40) di G. Asplund per l’organizzazione e la permeabilità degli spazi, e alla Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp, di cui condivide il fondamentale contrasto tra le spiccate forme bianche e il verde dell’intorno. La Pentland Chapel, più piccola (ospita circa 50 persone) e più semplice a livello compositivo, replica lo stile degli interni della Main Chapel, senza però mantenerne la grandiosità. Una torre circolare in zinco, aperta sulla sommità, si eleva sopra il catafalco per garantire l’illuminazione naturale, mentre gli interni sono definiti dalla disposizione, angolare rispetto alla navata, dei banchi in pino. I simboli – questa volta in vetro – dei differenti culti si trovano dietro l’altare, mentre la luce è assicurata da finestre in vetro giallo sulla porta e ulteriori lampade incassate nel soffitto. Oltre alla struttura del crematorio, costituito da un blocco di due livelli (di cui uno interrato) con tetto piano, figura la Remembrance Chapel – a ovest -, il cui volume è definito da due piastre schermate in legno tra porte e finestre che proiettano verso la croce monumentale. Quest’ultima, visibile anche dai due edifici principali e realizzata in cemento, è collocata sulla collina del Garden of Remembrance. Intorno ad essa si sviluppano i percorsi che definiscono la Memorial Walkway – modulata da lapidi marmoree – e il cimitero vero e proprio, che termina nei pressi delle cappelle con il Memorial Garden, un piccolo giardino recintato. Il Mortonhall Crematorium è stato aggiunto nell’elenco dei Listed Buildings (Categoria A) della Scozia il 15 Aprile 1996.

Autore Scheda
Eleonora A. Veneziano
Revisori
Simone Leoni
Annalisa Mercuri
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Chiese, Cimiteri e cappelle cimiteriali

Tags

anni 60, cemento, chiesa, uk

Categoria di intervento

ex novo


Mortonhall crematorium and cemetery
Fonte
Celebrating Scotland
Fonte
Cronologia

1958 : Acquisto dei terreni da utilizzare per la realizzazione del progetto
1961: Presentazione dei primi disegni
1964, Settembre : Inizio lavori
1967, 7 Febbraio : Fine lavori

Figure professionali coinvolte

Sir Basil Spence
John Hardie Glover
Peter Scott Ferguson
John Archie Dewar (Project Architect)
Alexander Steele (City Architect of Edinburgh)

Committenza

Edinburgh Corporation

Budget dell'opera

230.000 £

Monografie

Grainger, Hilary. Designs on Death: The Architecture of Scottish Crematoria. John Donald Publishers Ltd, 2020.

Grainger, Hilary. Death Redesigned: British Crematoria History, Architecture And Landscape. Spire Books Ltd, 2012.

Glendinning, Miles, Ranald MacInnes , Aonghus Mackechnie . A History of Scottish Architecture: From the Renaissance to the Present Day. Edinburgh: Edinburgh University Press, 1996.

Dennison, Patricia. The Evolution of Scotland's Towns: Creation, Growth and Fragmentation. Edinburgh: Edinburgh University Press, 2017.

Willis, Peter. New Architecture in Scotland. London: Ben Uri Gallery & Museum, 1977, ISBN 0853313938.

Boyle, Anne, Colin Dickson, Alasdair McEwan , et al.. Ruins and Remains: Edinburgh's Neglected Heritage. Edinburgh: Scotland’s Cultural Heritage, 1985.

Gifford, John, Colin McWilliam , David Walker. The Buildings of Scotland: Edinburgh. London: Penguin, 1991.