Destinata a diventare una piazza urbana oltre che il principale scalo romano e nodo dell’alta velocità, è un totale progetto di riqualificazione ambientale, urbana e più strettamente ferroviaria: la nuova stazione Tiburtina è un’architettura all’avanguardia per tecnologia e design e un edificio intelligente, progettato secondo strategie bioclimatiche volte al risparmio energetico, in linea con gli obblighi del Protocollo di Kyoto.
Il progetto si inserisce in un nodo funzionalmente articolato e cruciale della realtà romana e gli obiettivi preposti del gruppo ABDR sono stati quelli di mettere in relazione tutte le funzioni di scambio gomma-ferro, pubblico-privato, urbano-extraurbano, creando un sistema direzionale, commerciale, ricettivo e culturale che riconnettesse fisicamente i quartieri Nomentano e Pietralata da sempre separati dalla ferrovia.
Queste esigenze si traducono in uno sviluppo bipolare della stazione, che si presenta come una grande galleria-ponte vetrata completamente libera da elementi strutturali (reinvenzione della galleria vetrata ottocentesca, detta anche “boulevard urbano”) costruita su un impalcato già esistente e sospesa a 9,00 metri sopra il sedime ferroviario e disposta in modo trasversale rispetto ad esso , infine poggiante sui due atrii Nomentano e Pietralata. In essa si collocano 8 volumi ovoidali di 300 mq ciascuno che ospitano alcuni servizi della stazione: vip lounges, internet offices, uffici privati e ristoranti. Tra di loro separati, ma collegati da pedane in acciaio, sono accessibili con scale mobili e ascensori, fuoriescono esternamente dalla vetrata della galleria movimentandone il prospetto, mentre all’interno risultano appesi ad essa tramite tiranti in acciaio: una scelta strutturale (come per l’involucro dell’intera galleria le cui vetrate laterali sono realizzate in struttura portante tensotesa e lastre di cristallo speciale collegate ai montanti) per ovviare al problema delle vibrazioni trasmesse dai convogli.
Il grande parallelepipedo vetrato della galleria è il motore di una continua produzione di aria calda che si genera naturalmente per effetto serra. Questa produzione di aria calda è utilizzata direttamente in periodo invernale, mentre in periodo estivo viene sfruttata come innesco di un ricircolo convettivo che assicura la continua immissione di aria fresca all’interno della galleria. Nel periodo estivo inoltre, il contenimento dell’irraggiamento solare è affidato a sistemi di protezione diretta (reti, sistemi lamellari, grigliati, etc), che costituiscono l’articolato della grande “facciata orizzontale” della stazione rappresentata dalla sua estesissima copertura. A rafforzare la sostenibilità bioclimatica c’è la semplicità di gestione e manutenzione con cui sono stati improntati tutti i sistemi, che non prevedono interventi umani. Un’altra nota tecnologica è per l’involucro dei volumi sospesi, rivestiti di un particolare materiale di colore verde chiamato “alacrite” : un prodotto plastico nuovo, simile ad una vetroresina trasparente, lavorato in Brasile ma messo in produzione per la prima volta proprio in questo edificio, posato sopra un primo film metallico del pannello di alluminio principale.
A concludere il quadro distributivo-funzionale della stazione ci sono i due atrii: Nomentano (ovest), dove si trovano gli accessi principali e i flussi pedonali con spazi pubblici organizzati su quattro livelli, sede dei capolinea dei bus urbani e nuova stazione base delle autolinee extraurbane e Pietralata (est), un grande atrio urbano che serve i treni delle linee veloci nazionali e internazionali nonché principale nodo di scambio della mobilità della Capitale.