Il progetto dell’edificio di Mineralogia-Geologia-Paleontologia fu presentato da Giovanni Michelucci nel settembre del 1932. I lavori furono aggiudicati e avviati nella primavera del 1933; alla fine di giugno erano già state gettate le fondazioni e si procedette con la realizzazione della costruzione, fino all’inaugurazione della Città universitaria nel 1935. Nel 1939 la parte posteriore dell’edificio fu modificata dagli uffici tecnici dell’Università, il volume dei musei fu soprelevato di un piano e la galleria raddoppiata e anch’essa soprelevata. Nel 1962 viene eretto l’edificio di Geochimica, occupando un cortile sul retro. Nel 1985 nasce il Dipartimento di Scienze della Terra, derivato dall’unione fra l’Istituto di Geologia e Paleontologia, l’Istituto di Mineralogia e Petrografia, nonché l’Istituto di Geochimica. La struttura è parte integrante della Città Universitaria. Infatti, secondo l’impostazione del piano generale della sede universitaria romana di Marcello Piacentini, l’edificio costituisce, insieme all’opposto edificio di Matematica progettato da Giò Ponti, una delle due testate laterali della piazza dominata dal volume verticale del Palazzo del Rettorato. La costruzione è in struttura portante a telaio in calcestruzzo armato, mentre la facciata è rivestita in travertino, proprio come l’edificio di Matematica, così da assolvere al valore funzionale di decoro, imponenza e unità di volumi che prospettano sulla piazza. Nel progetto dell’edificio, Michelucci opta per un’adesione a canoni più tradizionali e schematici, in sintonia con il progetto composito della Città universitaria, rinunciando ai modelli espressivi del funzionalismo organico presenti nella Stazione di Santa Maria Novella di Firenze, progettata in precedenza dallo stesso Michelucci. Nel progetto originario, l’edificio di Mineralogia-Geologia-Paleontologia era caratterizzato dalla presenza dei due ingressi laterali affiancati da due sporgenze del prospetto, a forma di torre, adiacenti ai portali. La soluzione realizzata presenta invece un fronte più semplificato e lineare, forse per congruenza con l’imponenza del fronte del rettorato: scandito dal ritmo delle aperture, è simmetrico e speculare con i due podi laterali accessibili tramite scalinate e sormontati da due alti portalidi accesso all’edificio. Il portale sinistro, entrata dell’ex istituto di Geologia, permette l’accesso alla sala conferenze; quello a destra, entrata dell’ex istituto di Mineralogia, ad alcuni ambienti in serie. Una cornice modanata delimita il profilo superiore della facciata; una triplice serie di aperture rettangolari e una superiore, costituita da piccole aperture quadrangolari ad asola, si distribuiscono con ritmo ampio e regolare nella parte centrale. L’asse centrale dell’intera facciata coincide con la serie centrale di aperture. Lo sviluppo planimetrico dell’edificio si articola secondo geometrie molto semplici: un corpo principale è disposto intorno ad un cortile rettangolare, mentre il volume dei musei di Mineralogia e di Geologia, addossato sul fianco meridionale, è collegato al principale da un corridoio che delimita un secondo cortile. Sul retro vi è l’edificio di Geochimica, costruito successivamente e distaccato dal resto del complesso. L’intero edificio è composto da 4 piani: al piano terra del corpo principale è situata la biblioteca del dipartimento, che nasce dall’accorpamento delle Biblioteche di 3 ex Istituti, mentre nel resto del fabbricato sono accolti diversi laboratori, tutti dotati di strumentazione scientifica, e le varie aule.